M. GEDDES GENGRAS, Two Variations
Geddes Gengras è un protagonista della scena underground americana: il suo nome si collega a Robedoor, Pocahaunted, LA Vampires, poi ha fatto un disco assieme a Sun Araw e i Congos e ancora molto altro. Inoltre, come un miliardo di musicisti che hanno attraversato gli anni Zero, s’è innamorato dei sintetizzatori analogici e ha cominciato a sognare cavi. Con tutta probabilità, nulla di ciò che sta incidendo è nuovo e forse nemmeno ambisce a esserlo (in più, dopo anni in cui tutte le riviste di tendenza ce l’hanno menata con questo culto del vintage, siamo ampiamente stufi), però sa giocare bene a questa cosa. Il primo lato della cassetta, nelle parole di Geddes Gengras, è il frutto del riordino del suo arsenale di sintetizzatori analogici e dell’utilizzo di un nuovo patch: il risultato è una roba minimalista che potrebbe aver fatto Jean Michel Jarre quando registrava Equinoxe o Magnetic Fields. Parlo proprio di quel sound magico e ingenuo che trenta-quarant’anni fa qualcuno tirava fuori dai synth. Il lato B della cassetta Umor Rex è la registrazione di una performance dell’americano risalente allo stesso periodo in cui usava questo nuovo giocattolo, meno suggestiva, ma niente male. Se state per ordinare da Morr Music, che è il distributore europeo di Umor Rex, fate giusto un pensierino su questa cassetta (l’etichetta, tra l’altro, ha già pubblicato due sue raccolte, se lui vi entusiasma).