Lunga vita a Bongo Joe!
Ciascuno di noi vorrebbe ancora frequentare un ideale negozio-di-dischi, un luogo ormai mitico, argomento sul quale sono stati scritti molti romanzi, fra i più riusciti “Alta Fedeltà” di Nick Hornby, “Il Negozio di Musica” di Rachel Joice o in Italia “Fedeli al Vinile” di Alessandro Casalini, oltre a innumerevoli tomi di riflessione critica sul tema, “Retromania” di Simon Reynolds forse il più riuscito.
Se ci riflettiamo, è come se in un determinato momento storico, facciamo gli anni Novanta del secolo scorso, per i nostri genitori fossero sparite le librerie! Forse esagero, ma insomma: per noi baby boomer (pietà) è stato proprio così. Senza entrare nel merito delle nuove fruizioni immateriali della musica, questo preambolo mi serve per svelare il fatto nudo e crudo che questo luogo, il negozio di dischi dei nostri “sogni” nell’anno domini 2022 (per fortuna non è il solo, certo), esiste: Bongo Joe Records, bottega e luogo di concerti per nutrire mente e pure corpo (ottima cucina no-pretese), e last but not least etichetta indipendente con un catalogo “internazionalista” decisamente eclettico, cifra stilistica centrale questa (Orchestre Tout Puissant Marcel Dunchamp, Eclair, Amami, Tout Blea, Altium Gut, Leoni Leoni, The Staches, Nayti Mayi And The Astral Synth, i turchi Lalalar), su cui si trovano anche numerose rare ristampe di musica “underground” da tutto il pianeta. Tutto questo e molto, molto altro ancora potete scoprirlo facilmente andando sul sito della label ginevrina… già, perché l’unico guaio è che questo miracoloso, riuscito esperimento artistico/imprenditoriale si trova a Ginevra, città da sempre attenta alla musica in tutti i suoi ambiti, ma non proprio dietro l’angolo.
Artefice di questa bella storia che raccontiamo rapidamente è Cyril Yeterian, nato a Beirut durante la guerra civile nel 1983, arrivato in Svizzera (via Parigi) negli anni Novanta dopo aver vissuto l’epoca delle occupazioni delle case, degli squatter, dei Centri Sociali e dei Club autogestiti come il Bistrok, La Cave 12, Le Rhino, L’Usine (questo ancora aperto). Si innamora del reggae e del dub inglese (Disciples, Jah Shaka, Iration Steppas) e dopo averlo suonato e prodotto fin da adolescente, comincia a raccogliere prima una gran collezione di vinili, ma poi cresce in lui l’idea di inventarsi una propria etichetta discografica, convincimento che si struttura durante un tirocinio professionale alla Mississippi Records di Portland, Oregon, da dove torna con le idee ben chiare al riguardo e due bauli zeppi di musica. In breve fonda la Moi J’Connais Records e nel 2015 affitta un ex negozio di periferia (era un parrucchiere) per inaugurare la prima sede di Bongo Joe Records, poi nel 2021 trasloca nella piccola Ile dè la Citè, sul lago Lemano, giusto a ridosso del centro storico, realizzando uno degli ambienti culturali più rilevanti ed effervescenti dell’intera Svizzera.
Incontriamo Cyril all’interno del luminoso spazio centrale dove si svolgono spesso concerti dei gruppi Bongo Joe, presentazioni di dischi, libri, iniziative culturali di ogni tipo: “nasciamo come etichetta indipendente nel 2015 dalle ceneri di Moi J’Connais Records perché volevamo che label e negozio a questo punto avessero il medesimo nome, e il primo disco pubblicato è stato Drones & Love Songs degli olandesi Augenwasser. Abbiamo aperto il primo piccolo negozio in periferia per il desiderio di avere un luogo fisico dove condividere la musica, quella indipendente svizzera ma anche musiche di tutti i continenti, autori magari sconosciuti ma che più ci intrigavano e dunque dall’interno di quel che era un coiffeur pour dame si sono create le basi a metà del 2021 per traslocare qui, in questo magnifico ex magazzino industriale nel bel mezzo della piccola isola della città a due passi dal centro”.
E allora entriamoci: superati i tavolini del giardino esterno ed il bel bancone del bar, quel che immediatamente colpisce della sala centrale sono le multicolori pareti di vinile che con una leggera struttura di metallo costituiscono una fantasmagorica sequenza di veri e propri Wall Of Sounds, dal pavimento fin su al soffitto senza soluzione di continuità! Da un lato su una parete tutte le produzioni Bongo Joe, mentre sulle varie altre pareti è presente la produzione discografica di 5 continenti, jazz, elettronica, rock indipendente, avanguardia, folk… insomma, una vera miniera soprattutto di rarità discografiche, ma non è finita, perché dietro, nei due corridoi laterali, i davanzali dei finestroni industriali ospitano una serie di giradischi per l’ascolto libero.
Qui, aggiungiamo noi, si respira un’aria anticonformista di gran spavalderia, perché se è pur vero che Ginevra è la più internazionale e multietnica delle città elvetiche, con più di 30000 stranieri solo tra funzionari ONU, Croce Rossa, Cern, Unicef, OMS, ci troviamo comunque in una città calvinista, ed entrare in questa caleidoscopica oasi di creatività e anarchia estetica è un gran piacere.
Naturalmente questo non è casuale, lo stesso Cyril ci racconta del suo movimentato background, di provenire da una famiglia di armeni vissuti nella Turchia Anatolica poi passati in Siria e infine in Europa, e da questa storia personale così ricca nasce evidentemente il profondo interesse per le musiche del mondo mediorientale, centrasiatico, africano: “Ricordo bene quando in macchina con i miei genitori intonavamo insieme le canzoni delle dive egiziane, siriane, libanesi, quelle sono le mie radici”.
Cyril, che suona banjo, chitarra, bouzuki e organo, ci parla anche di un probabile tour italiano in autunno con il suo duo condiviso con Cyril Bondi (quindi i Cyril-Cyril!), col quale ha inciso 2 album di musica inclassificabile, una sorta di eclettico folk/psichedelico/transnazionale: Yeterian prima militava nei Mama Rosin, un trio di folle rivisitazione della tradizione Cajun blues, mentre Cyril Bondi, batteria e tastiere, è nell’organico del gruppo avant-jazz Plaistow. Dei Cyril-Cyril ascoltatevi la loro ”Yallah Mickey Mouse” per capirci meglio.
Dunque riassumendo: se siete da quelle parti, l’indirizzo lo avete, non perdete l’opportunità di entrare “live” nell’universo Bongo Joe (denominazione scelta in omaggio al moniker di Joe Coleman, percussionista nato in Florida, texano d’adozione) il negozio è aperto fino alle 21 e i tavoli all’aperto per mangiare e conoscere Cyril e i suoi amici sono lì fuori super accoglienti… attenzione: l’atmosfera è così understatement che non c’è neanche un’insegna, potreste scambiarlo solo per un bel ristorante sul lago! Altrimenti un giro sul loro sito sarà l’occasione per scoprire un catalogo di musiche dal mondo assolutamente originale. Grazie per la collaborazione a DeeDe’sPicks (Amsterdam) e a Battiti (Radio3). To-Be-Continued.
P.S.: uscendo dal negozio mi inseguono le note di un punk- funk “conosciuto”, rientro e sul piatto gira il vinile della nuova ristampa di Futuribile Rec.: “Fragments 1983-85” by Little Italy, il gruppo di Canio Loguercio & Co (ai fiati anche Daniele Sepe), da Napoli a Ginevra back to the future, lunga vita a Bongo Joe!