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LUMINANCE RATIO, Honey Ant Dreaming

LR2

Ritorno importante e particolarmente ispirato per i Luminance Ratio. Stavolta i quattro riescono a farsi pubblicare dall’inglese alt.vinyl, che giusto poco tempo fa ha dato alle stampe la collaborazione tra Maurizio Abate e Alberto Boccardi. Honey Ant Dreaming prende corpo già a un primo distratto ascolto, cattura da subito l’attenzione insomma: la sostanza c’è tutta, si appiccica subito al cervello e non ti lascia più. A suo modo è certamente il consueto, determinato operare sul proprio materiale di partenza, che lascia pensare a un’efficace sintesi tra shoegaze, drone rock e psichedelia, quest’ultima facile da immaginare come ispessita, quasi tangibile. Ai Luminance piace solo all’apparenza far navigare le loro “composizioni” in chissà quali mondi distopici e distanti nel tempo, a loro interessa principalmente lavorare su qualcosa di grezzo, rendendolo solo in superficie più malleabile/ascoltabile, intanto ci si è “persi”. Altra caratteristica, la cura del suono: sempre molto vezzeggiato, allo stesso tempo lasciato libero di fluire nello spazio dell’ascolto, seppure in modalità sinistra, succede in “Splinters Of Rain”. A volte si ha la sensazione di stare ad ascoltare un Caretaker che passa alla carta vetrata le sue suite, giusto per vedere/sentire la consunzione delle note (“I Am HE And She Is SHE But You Are The Only You”); in altri momenti fa impressione realizzare che ci si sta imbattendo in una sorta di rock del dopo-bomba (“Great White’s All Around”) o dai toni robotici, come in “Passage D’Enfer”, che apre il secondo lato di questo vinile ovviamente abbinato a un artwork rimarchevole, frutto dell’interessante sinergia artistico-grafica tra Gianmaria Aprile, il tandem Simone Grillo/Simone Fratti e Sam Grant. Gran bel disco.