LUDD, Un Silenzio Vivente
Un Silenzio Vivente è il nuovo disco dei Ludd, formazione di Rovereto attiva dal 2003 (ma con all’interno ex Youngblood e Impact, tanto per dire). Detta così sembra molto semplice e lineare, il che non è esattamente vero, visto che l’album è stato registrato tra il 2018 e il 2020, contiene brani già editi ma registrati nuovamente, altri vecchi ma rimasti inediti e altri ancora nuovi, il tutto costruito per dar vita ad un quadro unitario che esprima al meglio l’essenza della band e il suo stato dell’arte. Non si sa ancora se in futuro vedrà la luce in formato fisico, per ora si può ottenere in formato digitale su Bandcamp perché i Ludd non volevano aspettare altro tempo, sentivano che il momento era quello giusto per lasciar uscire questo concentrato di hardcore punk. Se seguite il sottoscritto, sapete già che quando preciso punk non è mai casuale e, in questo caso, la motivazione sta nella chiara derivazione dalla prima scena italiana anni Ottanta con chiari rimandi al periodo della d.i.y. conspiracy di inizio millennio e a quel particolare modo di attualizzare la formula originaria con tutto il suo portato ideologico e sonoro. I testi sono in italiano perché l’ascoltatore comprenda di cosa si sta parlando e possa ragionare con la sua testa sugli spunti offerti dalle voci dei due cantanti, le chitarre graffiano a dovere e non usano steroidi, la sezione ritmica pulsante e dinamica dona i giusti accenti senza sovrastare mai il resto, insomma l’opposto di ciò che molti oggi considerano hardcore e che in realtà è semplicemente metal ipervitaminizzato e venato di groove (nessun giudizio di valore, semplice constatazione). Dal contenere brani composti in un lungo arco di tempo e dall’affondare le mani nella tradizione hardcore più genuina derivano come logica conseguenza una scrittura figlia di momenti e umori differenti, così come qualche imperfezione propria di chi vuole veicolare un messaggio più che una forma: il che alle nostre orecchie suona come un valore aggiunto perché sa di passione, umanità, urgenza di comunicare e piedi saldamente ancorati al reale. I brani si aggirano sui due minuti di durata e non toccano mai i tre, ma non è solo furia nichilista, perché quello dei Ludd è un suono che cela al suo interno anche una buona dose di melodia e la voglia di far comprendere chiaramente ciò di cui si parla, mai parole messe lì a casaccio per seguire la musica o far bella figura con qualche termine ad hoc (cfr. “La frontiera”). Poco altro da aggiungere, perché in fondo certe esperienze vanno vissute per comprendere se facciano o meno per noi.