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LUCA SIGURTÀ, Bliss

Bliss

Sigurtà è del ’76, pubblica da più di dieci anni sia a suo nome sia dietro la sigla Harshcore. Lo troviamo ora anche nei Luminance Ratio, altro progetto di casa Fratto9, label che si occupa di far uscire questo disco. Luca copre tutta l’estensione di suoni che va da ambient a noise: in Bliss prevale un’indole più atmosferica e talvolta dimessa. L’artwork, che ci aiuterà anche a capire la provenienza dei field recordings, rappresenta un porto in apparenza molto tranquillo e – assieme al titolo del disco – suggerisce un’idea di serenità: a dire il vero, nonostante non ci sia nulla tra drone e uso del synth che sia sul serio triste, non pare esserci nemmeno molta beatitudine tra le pieghe delle prime due tracce, piuttosto una specie di “dull routine of existence”, per dirla coi Beyond Sensory Experience. Con la terza “puntata” succede qualcosa: senza sconvolgenti innovazioni, cade ogni riferimento precedente al porto, mentre suoni continui e ovattati lasciano galleggiare l’ascoltatore in un vuoto – ancora – a metà tra sconforto e benessere. Ci si avvicina a un sound che probabilmente motiva gli agganci con Badalamenti (ma senza jazz) ipotizzati dall’etichetta, giustificati anche dal quarto episodio del disco. Nuovo scarto in chiusura, con una traccia questa volta davvero inquietante e notturna: una bassa frequenza – che quasi pulsa – comincia a premere sulle orecchie e un fischio poco allegro fa pensare a un imminente crescendo noise. Non è il caso, comunque, di giungere a conclusioni sbagliate: Bliss non è roba Cold Meat Industry, perché la gamma sonora è diversa e non sovrapponibile, è semplicemente buonissimo artigianato ambient.

Tracklist

01. Senza Titolo
02. Senza Titolo
03. Senza Titolo
04. Senza Titolo
05. Senza Titolo