LORENZO FRAGIACOMO, Kobal
Incrocio nuovamente il musicista triestino, giunto alla terza prova solista. Una decina di brani, frutto di anni di lavoro, tutti inclini alla riflessività ed alle solite atmosfere tra l’easy listening e il cinematografico, anche se l’incipit è per la quasi musical “Ten Minutes Of Joy”, con la voce recitante dell’ospite Bette O’Callaghan. L’incedere generale dell’intero disco pare essere comunque racchiuso, per fare un esempio, nella formula perfetta di “Nite Klub”, immaginatelo per un attimo accompagnato dai Calexico in una discoteca. Fragiacomo si destreggia poi fra la vecchia passione per l’inglese, “Fortune Teller” (in origine di Allen Toussaint) e “Polish Girl”, e la lingua madre (il ritmo sensuale de “La Canzone Del Desiderio”, tra le migliori di Kobal) o la suadente melodia e le note insistenti di organo di “Quando Si Addormenta Il Mare”, che danno colore a una forma di cantautorato che non si prende mai troppo sul serio. Se “Perpetua” pare uscita dalle session del precedente Destino Adriatico, quindi poco aggiunge in termini di novità, la breve “Saturnalia” sembra un evidente omaggio, ben riuscito tra l’altro, alle musiche di John Barry, e anche in “Valzer Trieste” siamo da quelle parti. A questo punto, come già accennato nella recensione dell’ultimo album di Paolo Spaccamonti, sarebbe il caso di far fare a questo musicista una soundtrack, ce lo vedo bene. Ma, come lui sa, a questo mondo spesso niente è come deve andare, e per il momento non vi rimane che apprezzarlo in questa versione da elegante e malinconico crooner adriatico.