LORENZO FRAGIACOMO AND THE BUTTERFLY COLLECTORS, Destino Adriatico
Il musicista triestino è persona navigata, ne ha viste passare di storie davanti ai suoi occhi: viene dal gruppo ska degli Spy Eye (una manciata di uscite tra Ottanta e Novanta) e già a suo tempo apprezzammo il suo ritorno adulto (“Miticaffè”). Lo affermiamo perché quando si ascolta Destino Adriatico vengono in mente storie di vita vissuta per davvero, di canzoni con tutta probabilità scritte davanti alle onde di un mare che conosciamo bene, in sostanza la manciata di pezzi sa di “autentico” come poche cose al giorno d’oggi. Fragiacomo (e la sua band) sembrano starsene in disparte, però, ad immaginare che un giorno le cose possano cambiare per davvero (ma forse ci credono poco pure loro), e ci propongono un menù fatto di portate speziate a dovere (la malinconica title-track), nel quale non mancano sonorità dal mood “spectoriano” o inaspettati cambi di registro (“La Luce Di Gennaio”). La deriva più velatamente easy listening, invece, altra vicinanza estetica che appartiene al suo modo di esprimersi, è evidente durante l’ascolto della sorniona “Lungo Il Fiume”, mentre la breve e finale “Bela” ha quell’afflato posto a metà tra lontane reminiscenze est-europee (Trieste è al confine, si sa) e un deciso sentore vagamente cinematico. Deve essere così, visto che quando si affronta un lavoro come questo si pensa a vecchie pellicole, bar, donne e – più di tutto – a un uomo assorto nei suoi pensieri davanti all’ennesimo cocktail.