LISEL, Pattern For Auto-Tuned Voices And Delay
Pattern For Auto-Tuned Voices And Delay è il debutto in solo per Lisel, pseudonimo di Eliza Bagg, già componente dei Pavo Pavo insieme ad Oliver Hill e collaboratrice di diversi compositori come John Zorn e Jeremy Zuckerman. In solitaria, con multistrato vocali, arrangiamenti lievi, auto-tune (che rompe le barriere presentando il conto ai suoi detrattori), inventiva e stile. Brani come fiori e funghi che sbocciano, una visionarietà tanto fatata da chiedersi se abbia un paio di ali sulla schiena. Quando poi, come in “Immature”, appare un beat, ci si eleva su di un mondo abitato da pochissime persone, in cui gli esempi del passato sono masticati e rilanciati più avanti senza essere copia facilmente riconducibile. Sembra di osservare la realtà col microscopio quantico: ogni essere e creatura si disvelano come onda, mandando in cortocircuito la nostra capacità di capire cosa sia carnale e cosa digitale. “Plainsong” va ancor più in profondità, in un gioco di buio e luce nel quale scorgiamo solo dei volumi senza riuscire ad aggrapparci alla materia. Poi arie da vaudeville narcotico, momenti sacrali ed ecclesiastici, sussulti e sospiri.
Ci si lascia con la sensazione di non essere in grado di fermare con mano quanto udito, di provare per contro a liberare questa voce, facendola arrivare a tutti…