LILI REFRAIN + IVY, 17/5/2015
Jesi, Reasonanz. Foto di Ludovica Galeazzi.
Il Reasonanz è il luogo prescelto per ospitare l’ultimo evento della rassegna Bermuda, una maratona musicale in venticinque tappe organizzata dalla Bloody Sound Fucktory e svoltasi in quattro luoghi distinti tra Dicembre e Maggio. A far scorrere i titoli di coda e chiudere il tutto sono chiamati due progetti in solitaria, differenti per stile e linguaggi prescelti eppure perfetti nel plasmare il mood della serata e determinarne la buona riuscita. Ad aprire le danze è la giovane Ivy con la sua proposta tra trip-hop ed elettronica ricca di atmosfera, con una voce che potrebbe reggere da sola l’intero concerto e un interessante utilizzo della tastiera per disegnare linee melodiche dal taglio classico che vanno a contrappuntare l’insieme. Il suono di Ivy possiede un sottile retrogusto Nineties, che fa venire in mente nomi importanti come Björk e Massive Attack, ma lo colloca all’interno di una scrittura varia e spesso cangiante, in cui si trovano a convivere pulsioni di segno opposto, dalla manipolazione dei suoni di taglio ambient alla delicatezza della ballad dai toni malinconici, quasi crooner. L’emozione palpabile che la musicista trasmette quando ringrazia i presenti e introduce l’ultimo brano dimostra come non si sia trattato di un mero esercizio di stile, ma di un vero e proprio momento di condivisione, perfetto per introdurre la seconda parte della serata, con una Lili Refrain che ormai da queste parti (e al Reasonanz in particolare) può dirsi di casa e può contare su un pubblico tanto nutrito quanto caloroso. Chi scrive ha già avuto modo di assistere a varie esibizioni della musicista romana e non si aspetta grossi colpi di scena, eppure il set di oggi riesce comunque a sorprendere e offre una prospettiva differente sulle composizioni, rese con un’energia e un coinvolgimento cui è davvero impossibile restare indifferenti. Gli arrangiamenti e lo stesso porsi di Lili Refrain, sempre più consapevole e aperta a giocare con variazioni/improvvisazioni, arricchiscono ogni brano di nuovi particolari e ne esaltano specifiche caratteristiche, fino ad una “Ictus” trasformata in un vero e proprio momento catartico che unisce tutti i presenti e dimostra quanto l’aspetto umano riesca ancora a fare la differenza in simili frangenti. È comunque tutto il concerto – e i molti momenti di interscambio tra palco e audience – a rendere quella di questa sera un’occasione speciale e in qualche modo unica pure per chi, come Lili Refrain, ha fatto di questi aspetti il proprio tratto caratteristico. C’è anche spazio per un’improvvisazione che segue “666 Burns”, uno dei molti brani presi dall’ultimo lavoro Kawax, così come non viene lasciata fuori la versione per sola voce di “Nature Boy”, uno dei momenti più toccanti della serata. Bermuda, insomma, finisce nel migliore dei modi possibili e non delude le aspettative, l’appuntamento è per la prossima edizione.