LEVIATHAN, Leviathan
I Leviathan da Manziana (Roma) sono giovani e suonano hardcore punk, con un occhio ai Novanta e uno ai giorni nostri, a seguire il filo rappresentato dall’approccio emozionale al genere. Il che, in soldoni, vuol dire voce urlata e chitarre noisy, squarci di elettricità statica che si incuneano nella corsa dei brani e una voglia bruciante di condividere e lasciarsi andare. Il tutto assume la forma di una tape uscita in cento copie per Gafas Del Rigor e riporta la mente a una Roma che sempre negli anni Novanta produceva band in grado di lasciare una traccia profonda nel loro immaginario di riferimento. Inutile fare nomi, inutile far paragoni, ma fa piacere vedere in giro adesso ragazzi capaci di lanciarsi senza rete e offrirsi al pubblico proprio come allora. I Leviathan, in questo 2014, non stonerebbero su Moment Of Collapse e di sicuro piaceranno a chi segue questa label, così come non sorprende vederli andare in tour con i tedeschi Rha e Paan in giro per l’Italia (il 31 marzo sono a Mantova e il primo aprile ad Ancona al Glue-Lab). Si potrebbe citare anche la Francia e quella scena (post) screamo che ha fatto parlare di sé qualche anno fa, a completare una mappa sonora che vede chiamati in causa nomi e suoni differenti come si trattasse di puntini da unire col tratto della penna. Chiamatelo emo, screamo, punk, hardcore o come più vi piace, ciò che conta è che i Leviathan hanno realizzato cinque tracce che colpiscono il bersaglio e si lasciano apprezzare senza se e senza ma, anzi… a dirla tutta sono una di quelle piacevoli sorprese che, pur senza stravolgere nulla o inventarsi chissà cosa, riescono ancora a provocare un brivido sottile lungo la schiena…