LETHAL DOSAGE, Consume
In Consume, esordio dei texani Lethal Dosage, tradizione metal e tendenze post-metal si incontrano e danno vita a dieci brani in cui molti sottogeneri vengono mischiati, reinventati o semplicemente giustapposti, per cui nello stesso pezzo riescono a coesistere, ad esempio, riff trash, ritmiche sludge e breakdown posthardcore. Sono proprio questa varietà e questa libertà compositiva a rinvigorire e dare slancio allo stile dei cinque, che costruiscono ogni brano in modo capillare, servendosi di un tappeto ritmico solido per tenere insieme quello che solo in apparenza sembra un puzzle di dettagli sonori. Le chitarre sono assolutamente le protagoniste del discorso sonoro di Consume, producendo riff fittissimi e spessi, prendendo in prestito attitudine thrash, scioltezza sludge e aggiungendo un certo appeal che rende brani come “Katherer” e “Gods Shall Perish” orecchiabili e massicci allo stesso tempo. In Consume sono presenti anche tante dinamiche metal old school: “Poor-Man”, “Matter Of Honor” e “Time To Think” sono un esempio di come i Lethal Dosage non si allontanano mai troppo da ritmiche e riff “classici”, offrendo sicurezze sonore ma contemporaneamente lasciando spazio all’ottimo e feroce growl/scream di Daniel Davis, che estremizza il loro stile. Da segnalare la presenza di efficaci linee di basso (vedi brani come “Black Eye” e “Sleep”), che fungono da collante tra doppio pedale travolgente e riff affilati. In definitiva, Consume è un lavoro omogeneo che pur nella sua varietà mantiene uno stile coerente e ben definito, anche grazie all’ottima conoscenza della tradizione metal da parte dei Lethal Dosage, che si dimostrano spesso capaci di creare anche percorsi sonori innovativi e accattivanti.