LEFRUTAY, Oath
Il groove thrash è una cosa che in tutta sincerità non ho mai capito. Per me il thrash deve essere velocissimo, sporco, con una buona componente punk e senza tante menate. Purtroppo i Lefrutay, dal Cile, non corrispondono assolutamente ai miei canoni. Il loro suono moderno, iperprodotto e “leccato”, lascia il tempo che trova, almeno dalle mie parti. I pezzi risultano tutti uguali, eseguiti sì con perizia, ma al ventesimo riff copia del precedente io mi annoio. La formula ricalca quella di gruppi apripista come i furono Pantera (che trovo abbastanza insopportabili), quindi massiccio uso di suoni iper pompati, vocione, stacchi in cui la sezione ritmica la fa da padrone e via discorrendo. Il problema di gruppi come questo è che non c’è un briciolo di originalità in ciò che suonano, non c’è mordente, è tutto costruito per imbambolare il metallaro medio, che poi si eccita e si compra il cd (cd, mi raccomando, il vinile è fuori discussione!). Gruppi come questo sembrano veramente costruiti a tavolino per cercare di spremere fino all’ultima goccia un genere che ormai è morto e sepolto. Le canzoni sono praticamente tutte uguali, con le chitarre intente a costruire un muro di suono atto solo a mascherare la pochezza tecnica di queste composizioni, che infatti finiscono presto nel dimenticatoio. L’unico consiglio che posso darvi è quello che prendere in considerazione questa band solo ed esclusivamente se siete fanatici del genere, altrimenti passate oltre.
Tracklist
01. Oath
02. The World Infected
03. Womb
04. Sounds Kill
05. Black Light
06. Minds Of Horror
07. Aura
08. Mutant Mother
09. Spit On Your Words
10. Amount Of Dark
11. Virus