LE COSE BIANCHE, Pornography Should Not Be An Illusion
Solo le nature erotiche sacrificano alla noia, deluse in anticipo dall’amore
Emil Mihai Cioran, Sillogismi dell’amarezza
La novità è che non siamo più sulla scena del crimine. O meglio: è la scena del crimine a essere cambiata. Giovanni Mori (Le Cose Bianche) ce lo aveva già fatto capire con Aesthetics Of A Good Pornographer: la sagoma non è più quella a terra di un cadavere, le sagome adesso si muovono, formicolano. Se soltanto negli ingranaggi rotti della mente di L.C.B. o nel retrobottega di quella che oramai, dopo anni spesi al servizio dell’onorata causa power electronics, è diventata la sua officina del feticcio, non è dato saperlo. O forse le sue ossessioni lo hanno portato a diventare la sua stessa officina? Sembra plausibile. Che ascoltarlo significhi finire sotto torchio, subire quasi un trattamento Ludovico al contrario, ma non per questo meno doloroso, è comunque appurato. È come se un macellaio ti catechizzasse a suon di vangeli neri secondo Ramleh, Sutcliffe Jügend, Atrax Morgue. Curioso poi come, nel diventare sempre più grossolani, i suoi attrezzi (synth, distorsori) in qualche modo trovino di pari passo anche il modo di affinarsi. Altra novità, fino a un certo punto se pensiamo alle già tante collaborazioni messe in atto, è che stavolta il suo mattatoio non è conduzione singola: ci sono Paolo Bandera (Sshe Retina Stimulants), Wertham, Eraldo Bernocchi (prove tecniche in vista di Mangiati Vivi?) e Macelleria Mobile di Mezzanotte, praticamente un’azienda del rumore, nel caso non fosse sufficiente il patrocinio della Naked Lunch.
È un iter inciso nella carne: Bernocchi così ritorna con la mente ai giorni passati tra i Sodality, la MMM alle apoteosi di reato di Profilo Ottimale Delle Ferite, Bandera alla sua Zaibatsu, Wertham alle sue vindictae al fianco di Altieri. L’invidiabile caratteristica delle cicatrici è dunque quella di ricordare sempre il come, dove, quando e perché. Caratteristica meno invidiabile è invece il non permettere mai a qualcos’altro di ricrescerci sopra. Difficile in questo modo auspicare qualcosa di diverso dal – senza malizia, s’intende – solito guastare la festa metafisica a suon di attacchi dinamitardi e ginocchiate sulle gengive.
Si discute così adesso il Simposio, a suon di urla e pornografia.