LAURA AGNUSDEI, Goro

A volte la musica si estende, trovando forme e modi differenti per entrare nelle nostre case e nei nostri cuori. A Laura Agnusdei viene proposto di partecipare alla serata EOLICA, gestita da Maple Death Records e Canicola Edizioni, appuntamenti nei quali due figure attive nell’illustrazione e nella musica vengono messe nella condizione di collaborare. Qui nasce il legame con Pastoraccia ed il suo Quasi nessuno ha riso ad alta voce, qui prende forma Goro, il suo ultimo album uscito su nastro, per quattro composizioni della durata di circa mezz’ora. Sono brani, questi, che hanno vite multiple: proprie, di accompagnamento e di sogno. “Maciste Dance Night” apre squarci su un club di provincia nel quale tutti, travestendosi, possono finalmente gettare la loro maschera. L’ambientazione, però, un blues catatonico e tagliato, non segue in realtà la storia di chi una maschera non l’ha mai avuta, ma si limita a fornire una cornice protetta entro la quale sperimentarsi. Ecco quindi il senso di ripetitività del brano, che in qualche modo contiene e cura insicurezze in un caldo abbraccio. In “Matilde’s Lemon Dance” una Laura spiritata utilizza la sua voce per cullare la tragica eroina delle opere, tra sapori mediterranei agrumati, che spingono corpo ed anima verso il fertile bacino del Mediterraneo. In “Sasha”, brano che sonorizza l’aprirsi pubblico di un personaggio all’interno del Maciste, si ha la sensazione di come Laura Agnusdei sia altro rispetto a Matilde, a Sasha, ai personaggi. Al contrario di loro, infatti, è in grado di cesellare intorno ad altro ed agli altri una condizione ideale, un vestito che possa riportare ad ambienti, a sensazioni ed a viaggi interiori. Lo fa con mano sempre leggera e precisa, dimostrandosi regista ed autrice sonora invidiabile. Nel quarto d’ora di “Pontelagoscuro” maneggia il tasso di umidità e di desolazione nell’aria, lasciando la strumentazione prendere una deriva lenta ed infinita, alternando pozze di profondità a squarci sul limitare del campo visivo, chiudendo con un pianoforte a ninnare le anatre, per un viaggio intenso ed emozionante.