LARAAJI, Sun Gong Ep / Bring On The Sun
Il 2013 è stato un anno di svolta per Laraaji. Dopo la collaborazione su RVNG (ricordiamo lo splendido duo di Mike Cooper e Peter Gunn, per quella serie) con Blues Control del 2011, un suo pezzo è stato inserito nella retrospettiva della Light In The Attic sulla new age I Am The Center. Non vi spaventi il termine appena usato, non siamo attestati in questo caso su svenevolezze e vuoti pneumatici decorati di effetti gradevoli, ma su musica esplorativa, ambient nel senso classico e migliore del termine. Parliamo del resto di un artista che ha collaborato con Brian Eno (l’album Ambient 3: Day Of Radiance del 1980), che lo notò suonare per strada, dove era solito esibirsi, e che ha pubblicato per etichette come Superior Viaduct (è del 2014 la collaborazione col discepolo Sun Araw, Professional Sunflow ), Stones Throw e Soul Jazz Records. Sempre nel 2013 la All Saints ha lavorato sulla prima raccolta del suo materiale: “Celestial Music 1978- 2011”, primo capitolo della “Sun Trilogy” oggi completata da questi due nuovi lavori.
Da sempre immerso in una nuvola di pulviscolo cosmico e di deep listening music (i pezzi dell’ep in particolare non sono molto distanti dalle atmosfere tipiche di Pauline Oliveros), Laraaji, sotto la guida del produttore Davey Jewell (già al lavoro con Flaming Lips e Peaking Lights), nel 2016 ha estratto dal cilindro nove ore di jam ipnotiche che, editate, scelte e mixate, sono ciò che ascoltiamo in questi due album, un ep in vinile e un doppio in vinile/cd, entrambi disponibili anche in digital download, che escono nuovamente per All Saints.
Nell’ep ascoltiamo due lunghe esplorazioni delle possibilità microtonali di un gong processato attraverso vari effetti elettronici, cui si aggiungono nel finale di entrambi i pezzi anche voci lontane ed estatiche che hanno un che di rituale, tale da portarci a un passo dai Popol Vuh. Come se il caos primigenio e organico del puro suono trovasse requie nell’apparizione di presenze fantasmatiche che emergono a vegliare su questi mondi governati da leggi a proposito delle quali nulla sappiamo dire. Altri spiriti affini sono senz’altro Telaio Magnetico (con Battiato in formazione; non molto tempo fa abbiamo parlato del live del 1975 pubblicato dalla milanese Black Sweat Records) e Stars Of The Lid: un vero e proprio trip, una perfetta colonna sonora alternativa (quella originale era firmata da un certo Ornette Coleman) per il capolavoro visionario “Chappaqua” di Conrad Rooks, anno di grazia 1966. Un vero e proprio audiofungo, questo ep.
Nel disco Bring On The Sun cambia la paletta ritmica, più varia, ma non il risultato: lunghe campiture orizzontali di suoni distesi e pacificati, balsamo per le orecchie che assume fogge inedite nella breve e spiazzante “Harmonica Drone”, mentre in “Enthusiasm” e “Laraajazzi” si avvicina parzialmente alla forma canzone, conservando però sempre un appeal del tutto particolare. Ci parla sempre da un altrove, Laraaji. Il vero centro emotivo del disco è affidato però a una vera e propria canzone, che arriva alla quinta traccia: “Change”, nuda, cruda, semplice, toccante ed immediata, vicina al folk soul di Terry Callier o all’afflato spiritual reggae di Bim Sherman. La successiva “Reborn In Virginia” passa senza lasciare segni profondi, persa in un esotismo freak che non dice molto, e lo stesso vale per la breve “Open The Gift”, con woosh di sintetizzatori di cui avremmo sinceramente fatto a meno. Il disco poi chiude e riprende decisamente quota con i quasi sedici minuti perfettamente orizzontali di “Ocean Flow Zither”, tra il raga indiano e l’estasi immobile di Brian Eno, perfetta conclusione di un album fuori dal tempo e forse fuori tempo massimo, ma che saprà zittire i rumori del mondo attorno per la sua ora abbondante di durata.
Sun Gong Ep – Tracklist
A / 1. Sun Gong No 1
B / 2. Sun Gong No 2
Bring On The Sun – Tracklist
A1 / 1. Introspection
A2 / 2. Harmonica Drone
B1 / 3. Enthusiasm
B2 / 4. Laraajazzi
C1 / 5. Change
C2 / 6. Reborn In Virginia
C3 / 7. Open The Gift
D1 / 8. Ocean Flow Zither