Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Landskap, immagini oniriche dalla terra di Albione

Landskap, immagini oniriche dalla terra di Albione

Band londinese formatasi nel 2012 con elementi di Pantheist, Clouds, Fen, SerpentCult: già soltanto per questi nomi, dovremmo essere incuriositi da cosa potrebbero aver messo su disco questi cinque musicisti, che del resto si definiscono una “vinyl band”, dunque la loro musica è concepita fin dall’inizio con l’idea del supporto vinilico, pensando dalla disposizione delle tracce sulle due facciate, la lunghezza delle stesse e ovviamente lo spirito del loro suono.

Dopo alcuni anni passati a raffinare il fluido musicale, esordiscono con il full-length I, album in un perfetto equilibrio pirotecnico fra psichedelia e doom, quest’ultimo con analogie rispetto a quello dei connazionali Wounded Kings, grazie a una grande empatia fra i musicisti nel creare trame che ogni minuto sorprendono e si congiungono magistralmente con la voce stupenda di Harding (chi mi conosce sa quanto ritengo importante lo stile di una voce nel contesto di un gruppo rock), cantante sopra la media non per potenza vocale, ma per quel modo di trasmettere sensazioni acide, malinconiche, evocative e spirituali con passaggi che riconducono a mostruosi talenti del passato, senza mai però scimmiottarli. Il lavoro pesca fra i suoni dei Sessanta e dei Settanta, quelli magici per intenderci: Black Sabbath, Hawkwind, Uriah Heep, Black Widow… potrebbe sembrare un mero esercizio di stile, ma i Landskap si appropriano dell’insegnamento di queste band, rielaborandolo e quasi reinventandolo. Grandiosa idea quella di fondere il doom metal con i suoni del passato, edulcorando la gravosità del genere di partenza con illuminanti melodie, trascinanti riff, assoli di chitarra e con una tastiera dal feeling liturgico. Nello stesso anno rilasciano II (ambedue i lavori sono autoprodotti nel 2014 e in seguito ristampati ufficialmente da due differenti etichette, Iron Bonehead e Black Widow), accentuando la vena settantiana, infatti i suoni si fanno un po’ più progressivi ed elaborati e si dà più risalto alle parti di tastiera, ovviamente senza tralasciare le parti magiche della chitarra, che possiedono l’aura di Tony Iommi.

In conclusione i Landskap hanno potenzialità fuori dal comune e faranno felici tutti gli appassionati dell’heavy rock d’annata e quelli del doom.