LAMINA, Sueños Acuáticos
Nel mare magnum delle nuove produzioni che per comodità etichettiamo ambient è difficile individuare quelle con elevato tasso di originalità, ma per fortuna a volte il caso gioca a nostro favore. Lamina, alias di Clarice Calvo-Pinsolle, è una giovane artista francese residente a Bruxelles, laureata nel 2016 presso la Scuola d’Arte di Villa Arson, in Provenza, da dove inizia il suo percorso artistico creando installazioni all’incrocio fra pratica scultorea e musicale (la sua installazione Eunoè, alla Fondazione Elpis di Milano a cui recentemente ho partecipato per puro caso, me l’ha fatta conoscere) riflettono sulla trasmissione e la salvaguardia dei ricordi, le terapie psicologiche, l’ipnosi, l’EMDR (1) ma anche la science-fiction e le teorie hydro-femministe.
Giusto in questo universo acustico ci porta il suo album Sueños Acuáticos pubblicato ora dall’etichetta slovacca Mappa Editions: durante l’ascolto bisogna immaginarsi immersi in un flusso liquido dalle proprietà benefiche, per esempio l’Eunoè, cui fa riferimento Clarice nella mostra milanese, è il fiume che restituisce il ricordo del bene compiuto in vita, di cui scrive Dante nella Divina Commedia, ed è il viatico giusto per alzare il volume e lasciarsi andare senza timore ad una musica che, come il flusso di un torrente, non ha né inizio né fine. La modalità d’approccio, lo suggerisce la stessa Lamina, è il deep listening, Pauline Oliveros docet.
Le registrazioni effettuate in grotte, ambienti acquatici fluviali e foreste sono talmente ben definite da far passare in secondo piano tutto il lavoro di rielaborazione digitale e mastering effettuato dalla stessa Clarice, assecondando nell’ascolto la percezione di una camminata in un bosco lungo un ruscello durante un plenilunio. A suggerire questa interpretazione è lo stesso nome Lamina, in omaggio alle mitiche creature presenti nella tradizione folklorica basca.
Sueños Acuáticos, lo premette il titolo, sono quaranta minuti di suoni acquatici in placido galleggiamento alternato a immersioni profondissime, dall’intro “Aqualines” ad “Amilamia”, “Burbuja Borrosa”, “Creatura Morada”, “Dissolution”, “Eclipse”, “Fluides Transparents”, “Fin Del Cyclo”, titoli in cui si allude a un liquido femminino, creatore universale, ispirato anche dagli scritti dell’intellettuale australiana Astrida Neimanis, quelli contenuti nel suo testo “Bodies of Water”. Al di là di “spiega” e/o intenti psicoterapeutici, la musica di questo album è davvero un gran bel trip lisegico, provatelo, è senza hangover, l’unico pericolo è che si inserisca il repeat-mode control rimanendo a mollo ad libitum. Lamina è attesa a Berlino per il prossimo CTM/ClubTranseMediale (24/1-2/2 2025), non ce la faremo scappare.