Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

EVIL MOISTURE & ASPEC(T) + DJ DIE SOON + LAIDAKK, 21/6/2016

Torino, Asilo Occupato.

evil-moisture

Non ha nessun senso quello che è successo martedì.
Un po’ perché era proprio il solstizio d’estate, il più lungo dell’anno, in odore di olio solare mentre la città già pullulava di gioia, gambe bronzee e, mon dieu, aperitivi, per raccontarci quanta voglia di sole e vacanza scorrano in questa città senza mare.
Chi preferirebbe a tutto ciò una discesa in cripta umida al sapore di piscio di cane e come soundtrack – anziché chill-house mediterranea – noise, circuiteria in frittura e luci che fanno suoni tremendi?
Non molti, in effetti. Però i coraggiosi sono la benzina della rivolta e i presenti erano abbastanza per premiare a dovere il vecchio Andy Bolus, per chi vi scrive tipo uno zio inglese dal carattere di merda, il cervello fuso dalla speed e un armamentario di giocattoli smontati e ricostruiti che fanno impazzire tutti i nipotini. Evil Moisture è stato questo e molto altro, oltre alla “school of meat cutting” ha fatto disegnini zozzi, ha messo oscillatori sulle bistecche, si è fatto sparare palle di vernice con una macchina per catturare fantasmi. Un provocatore, un pioniere. Insomma uno che non se lo è mai cagato nessuno, se non i soliti trecento nel mondo per i quali è tipo un dio. Anzi un diavolo.

Al fianco dell’inglese, come in ogni duo tennistico, Aspec(t), o meglio Mario Gabola: antenne, luci, resistenze, feedback, il tutto raccolto dal cassonetto, ri-assemblato e “scocciato” insieme. Egli esprime le potenzialità infinite della napoletanità vera. Il meglio dell’ingegno “leonardesco” unito alla cialtroneria del guappo, quello che sa quanto è fico farsi il motorino con il marmittone. E infatti suonano insieme, ai lati di due piccole centrali elettriche diy, con tanto di ricevitori, trasmettitori e qualche decina di chili di cavi. La brodaglia è un cut-up radioattivo di fattura britannica che confligge con le sirene luminose del napoletano in una specie di weird-impro elettromeccanica e vischiosa, in ping-pong continuo tra sussurri diabolici di nastri grattugiati e lamate di oscillatori e foto-resistenze. È musica fatta di rumoracci bellissimi, la loro, tanto bizzarri da suggerirmi che se gli oggetti litigassero, lo farebbero così. Poi, tra una rasoiata e un cicalino, un flash e i subwoofer in calore, si atterra storditi, devastati, senza più alcuna voglia d’estate. La seconda parte del set è una discesa lenta fino alla macchina dove impastano la nutella con la quale ci riempiono la testa, laggiù i suoni ci stritolano vivi e implodono letteralmente in un finale fatto di gelatina “harsh”.

A precedere i due “tennisti” il giapponese Dj Die Soon, una specie di ri-assemblatore di hip-hop e dub in un montaggio noise, riso acido e scenari elettro-terrorifici. Live set fosforescente che sembra tratto di peso da una colonna sonora del maestro di zozzeria speed-yakuza Miike Takashi.

Ad aprire la serata Laidakk, super progetto di buffoni italo-sloveni che per mezz’ora hanno percosso lamiere vestiti da medici, con Utku Tavil alla batteria a spingere l’allegro gruppetto pop in una catastrofe senza fine tra techno-industrial e noise suonato dai Flintstones dopo diversi giorni di energy drink e cocaina. Il risultato finale è una specie di indigestione nella quale si sente di tutto, tranne la musica propriamente intesa.

E poi alla fine di serate così mi chiedo sempre: “che senso ha la musica?” e vorrei chiudermi, sentire il mondo come uno stagno tossico che ribolle al canto delle sue creature meccaniche. Fanculo all’abbronzatura.