LACASTA

laCasta

Come sempre, quando una band underground ci convince, se riusciamo andiamo a farci quattro chiacchiere.

Cominciate subito con il tracciare una bio del gruppo, a mo’ di presentazione al pubblico di The New Noise, che magari non vi conosce…

Mario Morgante (chitarra): Siamo i laCasta e nasciamo nel 2013 nel Sud dell’Italia, in Puglia, per la precisione a Monopoli (comune della provincia di Bari), dall’idea inizialmente soltanto di tre membri della band, cioè io alla chitarra, Marino Martellotta al basso e Tommaso Cavallo (Sbrough) alla batteria; in un secondo momento si è inserito anche Alessandro Donnaloia alla voce.
Il nome della formazione prende spunto dal sistema che ha circondato e tuttora circonda più che mai l’intero pianeta, quello in cui delle caste hanno l’intero potere di manipolazione delle sorti sociali. Infatti la maggior parte dei testi, vomitati con disprezzo dai nostri brani, trattano questo flagello ormai instauratosi al centro di tutto. Ecco perché, come segno di riluttanza, i nostri “rituali” avvengono nell’ombra, dando le spalle agli “adepti” del pubblico. Il genere musicale che trattiamo tende a fondere la scena hardcore (la sua parte più moderna, di stampo cupo, ma allo stesso tempo violento) con quella black metal, dove riecheggiano potenti riff dal suono saturo e break martellanti che dominano l’atmosfera. Oltre a questo, possiamo dire di prendere in considerazione parecchie sfaccettature di generi e sottogeneri estremi, ecco come arriviamo ad un’oscura e caotica melodia “infernale”.

Il sound dei laCasta è molto oscuro e pieno di sfumature. Quali sono le vostre influenze principali e come riuscite ad amalgamare il tutto?

Come appena detto, alla base di tutto c’è una grossa dose di black metal miscelata a un hardcore moderno, ma la nostra ispirazione passa anche per il doom come per il punk, per il grind come per lo sludge, fino ad arrivare al più moderno concetto di post-metal. C’è da dire che amalgamare il tutto, sin dal primo istante, non è stato affatto difficile, anzi il feeling si è instaurato quasi naturalmente. Infatti bastano pochi sguardi tra noi, durante lo studio di un pezzo, che subito si stabilisce se portare avanti un determinato riff o meno.

Il vostro primo cd si chiama Encyclia. Come mai avete deciso di intitolarlo così? Che tipo di influenza per voi ha la religione? Lo chiedo perché provenite dal sud Italia e là mi pare ci sia una maggior “attenzione” per questi temi rispetto ad altre parti del nostro Paese.

Ci piace sempre precisare che l’antica espressione latina “Encyclia” designa quella che ai nostri giorni viene chiamata “Enciclica”; tuttavia in origine si riferiva anche ai concetti di “Generale” o “Circolare”, come per l’appunto suggeriscono alcune delle simbologie riportate all’interno dell’artwork (Uroboro), nonché il particolare tipo di sviluppo dell’insieme dei brani (che si susseguono ininterrottamente, senza soluzione di continuità). Tirando le somme, Encyclia è la nostra “lettera” di ribellione e protesta rivolta all’intera umanità, scritta con sentimenti di rabbia e sdegno. Quanto alla religione, così come pure per la politica, noi ci poniamo al di fuori e al di sopra di queste forti sovrastrutture sociali, non tanto per il loro significato intrinseco quanto per taluni aspetti deviati di entrambe, che in molte situazioni portano non già al dialogo tra le parti, come invece si potrebbe e dovrebbe, ma a scontri spesso inconciliabili e violenti. Ed è proprio contro questi aspetti di manipolazione dell’uomo che noi ci scagliamo con forza.

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Il booklet di questa vostra prima release è molto semplice e scarno. A cosa è dovuta questa scelta? Per esempio, come mai non avete inserito i testi all’interno, ma solo una vostra foto?

A tutti noi della band piace uno stile minimalista, ecco perché la scelta di un progetto grafico abbastanza semplice ma di grande impatto visivo. Per quanto riguarda la scelta di rendere i testi un enigma insoluto, ci è anche un po’ venuta in testa per lasciare un alone di mistero… tuttavia prossimamente verranno resi noti. La nostra foto all’interno rappresenta il frutto di ciò che è Encyclia; l’essenza della rabbia che prende forma con la nostra presenza all’interno dell’opera.

Potete spiegarci il significato dell’immagine posta sulla cover? Credo si rifaccia anche al titolo, giusto?

In copertina abbiamo deciso di inserire un’incisione raffigurante un papa, tratta dall’antico trattato “Liber Chronicarum”, stampato a Norimberga nell’anno 1493. Per noi va a simboleggiare, in poche parole, quella che è la menzogna e l’ipocrisia dei poteri forti a livello politico-sociale, quindi come hai ben detto tu è collegata perfettamente al titolo dell’ep come anche al nostro nome.

Di cosa parlano i vostri testi e chi li scrive? Da che cosa prendete ispirazione?

I testi vengono scritte essenzialmente da Alessandro (voce e synth), ma anche gli altri membri del gruppo a volte contribuiscono. Capita, a volte, che qualche amico più caro e molto indirizzato all’ascolto del nostro genere ci scriva qualcosa, che con piacere viene subito inserito in scaletta per i nuovi brani. Le tematiche sono, come abbiamo sempre affermato e come si può anche dedurre dal nome della band, incentrate sulle “caste”, quindi spaziamo dal politico-sociale alla religione o comunque tutto quello che ha circondato e tutt’ora circonda sempre più l’intera umanità, inglobata in stereotipi che osiamo definire molto squallidi.
Nella nostra musica contano sicuramente, come sempre sottolineiamo, i sentimenti più estremi quali, in primis, la rabbia che portiamo dentro, il dolore che abbiamo sofferto ma anche quello che vediamo ogni giorno in varie situazioni mondiali, la violenza che ormai ci circonda sempre più e la menzogna, che come una terribile anaconda, soffoca e divora la gran parte della popolazione mondiale; per dirla in breve, questo è quello che caratterizza essenzialmente il sound del nostro gruppo.

Quali sono i progetti futuri per i laCasta?

Anzitutto portare Encyclia in giro, festival o concerti più piccoli, ma anche iniziare ad impostare un eventuale full, dato che in cantiere di brani finiti e rifiniti ne abbiamo parecchi, sperando inoltre di poter essere prodotti da qualche etichetta di nostro gradimento.

Ho concluso. Se volete aggiungere qualcosa, fate pure.

Ovviamente ringraziamo The New Noise per lo spazio che oggi ci ha dedicato, tutte le persone che hanno prestato attenzione all’intervista e infine tutti i nostri seguaci, che supportano noi e in generale tutta la musica estrema.
Ricordiamo inoltre che tutto il nostro merch ufficiale è disponibile sul nostro store. Diffondete con Encyclia il nostro grido di rabbia avvolto da una coltre nera impregnata di oscuri misteri!