LA FURNASETTA & SCOLIOSISNOISES DEPT., The Power Of Negative Thinking
La Furnasetta e ScoliosisNoise Dept., nomi misteriosi per progetti collettivi, incestuosi, fuori dagli schemi, talvolta marci. Tanto vale – riprendendo il titolo dell’ultima produzione – affidarsi al potere del pensiero negativo. Ne escono 7 pezzi nei quali perdersi, fra lo spazio e Capaci, Alda Merini e Pier Paolo Pasolini. Come Blob se avessero affiancato Tobe Hooper a Enrico Ghezzi. Paludi che portano alla morte di ogni poeta, pederasti e licenziati, suoni che si incollano alla schiena come sudori freddi, spoken word ricreati con suoni e strumentazioni carpenteriane mentre sopra ci si espone per un profilattico. “Zen_ga” cava dal cappello un post-industriale singolo pop, “La Memoria Del Cuore” verrà spinta dai dj set parrocchiali e gustata con la giusta dose di Krokodil. “Le Lavandaie” è una torbida nenia strumentale, come scuotere una scatola d’insetti sopra una partitura di musica atmosferica. Gelosia, verginità, le donne, i giovani, una “quasi” parità di genere nei pasoliniani (e poi ghittoniani) “Comizi d’Amore”, che respirano come un mantice malefico.
Con ScoliosisNoiseDept. entriamo invece in un mondo di molli scorie sonore, placidi ingranaggi che si increspano garantendo una profusione di grigio, decadenza e abbandono. Materia rischiosa e per la quale occorre personalità e sagacia per non risultare copie stereotipate di quanto già espresso negli ultimi 40 anni da maestri ed epigoni. Fortunatamente la cura e la verve di elastici polverosi come ne “Il Rifiuto” splendono e finalmente qualcuno si è preso la briga di titolare un brano “Orgy Of Saints And Dromedaries”, unendo Fitness e Cronenberg. Ci sentiamo in qualche modo spettatori di un suono che non è programmato per soddisfarci, intrattenerci o interessarci. È un tessuto sonoro che si produce, quasi fosse il filo emesso da un ragno, alla cui fuoriuscita assistiamo. Questo fa sì che il mondo del fantomatico musicista possa assumere strane forme, fino ad andare a pensare che il buio di “Elettra” sia dedicato a quella volta in cui la più anziana delle Lamborghini rinchiuse la sorella… ok, forse ho esagerato con i voli pindarici! Rimane il fatto, confermato anche dalla finale, vagamente orientaleggiante, “Lenin Gagà Inschallah”, che entrambi i progetti abbiano talento ed inventiva, portandoci a passare un’ora di splendido frastornamento.