LA CHINGA, Beyond The Sky
Le band canadesi degne di menzione, in ambito rock e suoi derivati, sono molteplici: D.O.A., Danko Jones, Rush e Metz sono solo le prime quattro che mi vengono in mente. Qui invece abbiamo a che fare coi La Chinga. Già, non proprio un nome canadese. Per giunta, neanche il genere ha nulla a che vedere con la provenienza geografica del nome. Ma allora perché si chiamano La Chinga? Non lo so, chiedetelo a loro!
Quello che so è che questo power trio di rockettari retro-maniaci, in bilico tra i 70’s e gli 80’s, è ormi giunto alla terza uscita. Non mi sembrano dei modaioli provenienti dalla schiera dei fan barbuti dello stoner, e questo, ovviamente, depone a loro favore. La produzione, inoltre, è più che valida, quasi con i controcazzi. I loro ritornelli sono talmente catchy che, se Crüe e Saxon fossero band di oggi, suonerebbero come gruppi avant-rock a confronto, ma purtroppo si sa: i tempi contano più delle dimensioni, ultimamente più che mai. Ciò non toglie che pezzi come “Black River” sono delle autentiche noci e, lo ripeto, se Beyond The Sky fosse uscito intorno all’88, oggi sarebbe probabilmente un classico del genere. Il calendario però dice AD 2018, che sfiga!
Conta davvero così tanto quanto risalto avrebbe potuto avere una band che suona oggi un genere di allora? Forse sì, forse no. Nel dubbio potremmo comunque fregarcene altamente ed uscire a comprarci una bottiglia di bourbon per sbronzarci e fare casino mentre ascoltiamo Beyond The Sky dei La-fuckin-Chinga! Il divertimento sarebbe assicurato.
La fregatura dov’è? Se accettate pacificamente il fatto che i nostri tre amici canadesi hanno studiato e ripetuto, con competenza, la lezione che molti altri non sembrano aver compreso, non ci saranno fregature. Diversamente, non capisco perché dobbiate interessarvi a loro ed al genere in questione, meglio che tiriate avanti senza farvi troppe preoccupazioni, qui non troverete nulla in grado di soddisfare il vostro appetito insaziabile di novità, per quello vi hanno servito la trap, e se non dovesse piacervi non è certo affar di chi, come il sottoscritto, preferisce continuare a fare del sano headbanging mentre si spara a tutto volume “Killer Wizard”.
La Chinga è una band destinata a rimanere nel mucchio senza che nessuno se ne accorga, penalizzata anche da un nome che depista, ma se apprezzate il Loud Rock capellone e decideste di concederle la chance di un ascolto… potreste anche innamorarvene.