LA BATTERIA, II
Parte quasi carpenteriano il nuovo album del quartetto romano La Batteria. In realtà, chi conosce bene il lavoro – e le passioni – di validissimi strumentisti come David Nerattini (batteria, in passato caporedattore della rivista Superfly), Paolo Pecorelli (basso), Stefano Vicarelli (piano e synth) ed Emanuele Bultrini (chitarre), sa già cosa aspettarsi, dato che tutti loro provengono da percorsi legati alle musiche per il cinema o comunque dal mondo delle sonorizzazioni. Proprio a nome La Batteria avevano ri-suonato le musiche del film “Amore Tossico” composte da Detto Mariano, dunque se si tratta di preparare uno strumentale sanno il fatto loro, eccome. Si accennava all’incipit, che infatti è tutto un programma: “Prologo” mette subito le cose in chiaro, e nel prosieguo del disco la situazione si rafforza ulteriormente, basta ascoltare la melodia assassina di “Fuga” e far conto di vedere all’improvviso Enrico Maria Salerno muoversi con circospezione in una metropoli. Per non dire poi dell’angoscia post-Umiliani di “Antenna”, delle chitarre heavy di “Megalopoli”, del funk pesante di “Eldorado”, dell’amore folle per una gigante del cinema italiano nella malinconica, ça va sans dire, “Monica Vitti”, o delle atmosfere tese della notevole “Stiletto”.
II è forse solo un po’ troppo lungo, siamo sui settanta minuti per un vinile doppio e, pur essendo il trionfo della calligrafia in musica, resta sempre una valida testimonianza da parte di una ristretta cerchia di musicisti che possono dire: noi ce lo possiamo permettere e vi facciamo sentire come si fa.
Garantisce la romana Penny Records, in catalogo varie compilation a tema cinematografico e Daniela Casa e Alessandro Alessandroni.