KRYPTS, Remnants Of Expansion
Con l’arrivo della stagione invernale, gruppi come i Krypts fanno decisamente al caso nostro. In trentaquattro minuti questi finlandesi creano un mostro che vi porterà a nuovi stadi di paranoia, follia e terrore. Il loro sound gelido riuscirà a mandarvi totalmente in trance. È come essere risucchiati nell’incubo peggiore che mente umana possa concepire, masticati e poi sputati fuori in una landa sconosciuta, sferzata solo da neve e vento. Il vuoto assoluto. Ed è proprio in questo vuoto assoluto che vi ritroverete una volta finito di ascoltare Remnants Of Expansion. Un vuoto profondo e nero, dove riecheggerà solo il vostro respiro affannato. Sì, perché si giunge alla fine di questo disco affannati, stremati e in debito di ossigeno. Questo monolite è impressionante. Lento, inesorabile, vi avvolgerà come una stretta mortale. Senza fretta, perché il tutto deve essere il più doloroso possibile. E di dolore qui ce n’è davvero tanto, quel dolore radicato in ognuno di noi, che si esplica in un turbinio di ansia e disagio. Un suono che attinge dal death metal più funereo e maligno, mischiato però con il doom più ferale e dal sapore di morte. Perché alla fin fine è la grande consolatrice che stende le sue mani ghiacciate su questi pezzi. Né luce, né redenzione, né speranza. Il tutto è al servizio dell’esaltazione del nulla più totale, un nulla dal quale non si può fuggire. Amen.