KRYPTAN, Kryptan Ep
C’è una caratteristica che non passa mai di moda, quando si tratta di black metal svedese: la velocità del riffing e la conseguente furia assassina del sound nel suo complesso. L’ep di debutto dei Kryptan conferma questa regola non scritta: uscito il 23 luglio su Debemur Morti, presenta quattro brani compatti, dove le basi del black metal della seconda ondata incontrano un uso massiccio dei synth, un blast beat ben dosato e un’ottima alternanza scream-growl. La line-up non è formata da novellini: troviamo infatti Mattias Norrman (October Tide, Thenighttimeproject, ex-Katatonia) alle chitarre, al basso e ai synth, Alexander Högbom (October Tide, ex-Demonical, ex-Centinex) nel ruolo di frontman, che qui sfoggia uno scream acido inaspettato, e Samuel Karlstrand (Incised, Wretched Fate) alla batteria. Tre veterani della scena svedese, quindi, ma a stupire in questa sede è la versatilità compositiva di Norrman: siamo abituati a vederlo muoversi all’interno di sonorità decisamente più soft, mentre qui sfodera una competenza notevole e una grande conoscenza dei dettami del genere, senza scadere nel banale.
Troppo presto per dare un giudizio accurato o fare pronostici sul futuro, ma penso anche che, nel caso specifico, si possa dare molta fiducia a questa nuova formazione: i brani risultano orecchiabili e sufficientemente articolati, ma anche ben diversi tra loro, aspetto non trascurabile. Ho particolarmente apprezzato la seconda traccia, “Bedårande Barn”, l’unica in lingua svedese e anche la più lunga: sei minuti e mezzo di furiosa solennità black metal, che strizza l’occhio al lato sinfonico di Emperor e Dimmu Borgir, ma anche all’immediatezza dei Darkthrone, creando un interessante ibrido.
L’esordio dei Kryptan, insomma, non è nulla di nuovo o rivoluzionario, e non vuole esserlo, ma una buona produzione, un songwriting di alto livello e tre musicisti navigati e con le idee chiare fanno di questo ep un eccellente biglietto da visita.