KRÖWNN, Blüedeep
Il nuovo album dei Kröwnn trasporta l’immaginario della band dalla terra del Magmafrost e dagli eroi dell’era Hyboriana (chiaro rimando a Robert E. Howard) verso il mare, non uno qualsiasi, ma un mare specifico come si può intuire dalla sirena dell’acqua alta che apre il disco e funziona da diapason per gli strumenti. Un piccolo indizio posto proprio in apertura, come tanti sono gli indizi anche sonori disseminati lungo il disco, come lo è anche l’artwork che si discosta decisamente dai precedenti e ci mostra una figura marina dai colori oltremodo vividi e dal tratto più moderno, segno di uno spostamento dello stesso linguaggio utilizzato. Così non è possibile non vedere un deciso salto dai Settanta (in cui le radici restano ben salde) verso i decenni successivi, con richiami in primis ai Danzig e ai Metallica, tanto da riportarmi alla mente una vecchia diceria ascoltata da adolescente per cui James Hetfield ed Eerie Von dei Samhain/Danzig sarebbero stati fratelli, dettata – oltre che da un’oggettiva somiglianza – dall’amicizia e dalla stima che univano i due gruppi. Ma ci sono anche richiami più o meno in vista ad altre sonorità come lo stoner (Sleep e Cathedral in primis), ma anche al Rollins solista nella sua passione per certo hard-rock sporcato di blues, ai Type O Negative e a sprazzi agli Earth e tanto altro ancora, il tutto asservito ad un’idea di suono che riesce a mantenere comunque una sua precisa identità pur senza far mistero dei propri numi tutelari. Del resto, l’entrata di un nuovo elemento alla chitarra, Nicola Bordignon, permette alla band di arricchirsi e di giocare con il raddoppio delle chitarre e la creazione di strutture più ricche ma non meno solide. Blüedeep è, come detto, un album che aggiorna il quadro temporale entro cui la formazione agisce, ma ciò non comporta l’abbandono dell’amore per certi scenari fantasy o uno strappo netto con un suono ormai consolidato negli anni trascorsi dal debutto: questo disco, piuttosto, prende la rincorsa e salta con coraggio verso una nuova dimensione (si tuffa, sarebbe più in linea con il concept) dove giocarsi nuove carte ed estrarre nuove armi per non rischiare l’effetto prevedibilità. Non manca nemmeno la componente psichedelica, che permette ad un brano come “Krakenn” di chiudersi con una cavalcata che sarebbe di certo piaciuta ai re dello space-rock Hawkwind, il tutto al servizio di una scrittura che appare oggi ancor più salda e robusta, figlia di una band che si trova a suo agio con il nuovo assetto e cerca di trarne il massimo nel costruire il suo lavoro di certo più ambizioso e complesso. Queste caratteristiche non hanno impedito del resto ai Kröwnn di registrare come al solito in presa diretta con una maratona in studio lunga un’intera giornata, così da mantenere inalterata l’immediatezza e la coesione delle composizioni, un fattore non da poco visto che Blüedeep si gioca tutto sull’equilibrio tra complessità e botta di pancia, ricerca nella scrittura e amore per un genere che punta in primis a provocare sensazioni e colpire con il suo immaginario l’ascoltatore. Davvero un ritorno in linea con lo spirito di una realtà che ha intrapreso un suo percorso e ne sta seguendo il tracciato senza tentennamenti. Noi ci tuffiamo senza pensarci due volte, a voi la scelta.