KRALLICE, Ygg Hurr
Ygg Hurr è il quinto album dei Krallice, pubblicato in maniera indipendente a distanza di tre anni dal suo predecessore Years Past Matter. In Europa la versione cd ci arriva tramite Avantgarde Music, mentre Gilead Media se ne fa carico negli Stati Uniti, come con le uscite precedenti.
Chi ha familiarità con il loro operato si accorgerà subito di come in questo disco abbiano cambiato sensibilmente rotta, presentandosi in una forma più compatta e calcata sui toni prog, così tanto che in alcuni punti sembra quasi di ascoltare uno dei progetti paralleli del chitarrista Colin Marston (Indricothere, Behold The Arctopus). Questa disposizione non esce dal nulla, dato che l’aspetto tecnico ha sempre giocato un ruolo importante nello stile del gruppo, e già Years Past Matter incorporava certe linee qua predominanti, ma si perde sicuramente qualcosa nel momento in cui viene favorito un approccio fin troppo asettico nella sua attenta elaborazione. Non c’è quindi spazio per le vaste distensioni a cui eravamo abituati fin dai tempi di Dimensional Bleedthrough (2009), anche se permangono le dinamiche con cui queste sono state ricodificate nei dischi passati, e si sente in qualche modo la mancanza di quella visceralità melodica che ha lasciato un segno importante nel suono dei Krallice (da qui l’impressione asettica). La mossa in sé è comunque molto sensata: la band va ad alterare con intelligenza una formula di successo che avrebbe potuto sfruttare ancora a lungo, smarcandosi dal rischio di rimanere incastrata sui soliti tasti pur senza stravolgere le intenzioni di fondo, e anzi approfondendo dei percorsi già esplorati con efficacia. Preferenze personali a parte, Ygg Hurr rimane un disco indubbiamente appetibile per gli estimatori del gruppo e di queste sonorità in generale, staremo a vedere se con le sue innovazioni andrà ad aprire un nuovo capitolo nella storia della band.