KONTATTO, Fino Alla Fine
I Kontatto sono ormai una vera istituzione in seno alla scena d-beat nazionale (e non solo). Ritenuta dai più la degna erede dei Wretched, la band torna oggi con un album che ne ribadisce lo status, confermando quanto fatto finora in studio e dal vivo. Sin dalla grafica in linea con l’immaginario di riferimento e il forte taglio critico nei confronti della religione che vuole incatenare l’individuo, il gruppo sottolinea anche nei testi la sua aperta ostilità nei confronti di ogni forma di coercizione e controllo imposti dall’alto, senza tralasciare temi quali immigrazione, il ritorno sotto nuovi panni di ideologie tristemente note, l’attuale situazione del mondo del lavoro, per finire con la critica ai canoni estetici dominanti e persino ai tentativi di strumentalizzare la musica e la “scena” a fini di lucro. Insomma, Fino Alla Fine è un disco-manifesto in cui i Kontatto si presentano senza rete e spiegano (anche grazie alle interessanti note che accompagnano i testi) la propria visione del Mondo attuale, senza bavagli e soprattutto con l’onestà intellettuale di chi porta avanti da anni un percorso fatto anche di azioni nel quotidiano e di approccio alla vita reale, quanto di più distante possibile quindi dai vuoti slogan costruiti apposta per far presa sui propri ascoltatori. La musica al solito è diretta e feroce, cruda e sparata in faccia senza nessun colpo di teatro per seguire i trend del momento o acchiappare qualche fan in più. Del resto, qui si parla di un gruppo di riferimento e al vertice della catena alimentare, che dunque porta avanti ciò che sa fare al meglio e non ha bisogno di inventarsi chissà cosa per guadagnarsi punti scena. Gli anthem da cantare a squarciagola ci sono, i testi non banali su cui riflettere pure, la musica è quella giusta e la band appare in gran spolvero, perfettamente sul pezzo e a fuoco nel riversare il suo assalto a suon di d-beat su chi vorrà lasciarsi travolgere da una cascata di note affilate come lame, con una sezione ritmica micidiale e una spruzzata di metal quel tanto che serve per dare una spinta in più e arricchire di sapore i brani senza snaturarli. Inutile dilungarsi oltre, chi li conosce avrà già la sua copia del disco, chi storce il naso continuerà a farlo, ma chi ancora non ha assaggiato dovrebbe fare un tentativo, perché questo è il piatto giusto con cui misurarsi.
Fino alla fine, per sempre noi stessi, fino alla fine, senza compromessi.