Klara Lewis e Ipek Gorgun lunedì 11 novembre a Milano
Riceviamo e pubblichiamo.
INNER_SPACES 2019-2020 – identità sonore elettroniche
#03 – Lunedì 11 novembre 2019
Auditorium San Fedele (Via Ulrico Hoepli, 3/b) – Milano
Ore 18.30 – Lezione a ingresso libero
Musica elettronica, La svolta degli anni Ottanta
a cura di Alfonso Alberti
Ore 21 – Concerto
KLARA LEWIS (SVE)
İPEK GÖRGÜN (TUR)
Regia acusmatica: Giovanni Cospito
Regia tecnica: Filippo Berbenni
Auditorium San Fedele Milano, Via Hoepli 3 /b
Ingressi: € 6 studenti / € 8 fino al giorno prima del evento * / € 12 il giorno del concerto
Abbonamenti: SPOT Acusmonium – 6 spettacoli a scelta € 42
SPOT Acusmonium plus – 6 spettacoli a scelta + 4 Cin’Acusmonium – € 58
SPOT Acusmonium Tarkovskij – 6 spettacoli a scelta + 2 Cin’Acusmonium – € 50
*in biglietteria e on line + prevendita
info e prevendite: Biglietteria Auditorium
lun-ven 10 / 12.30 – 14 / 18 – tel.0286352231
INNER_SPACES è la prestigiosa stagione milanese di musica elettronica sperimentale e arti audiovisive, divenuta in pochi anni un riferimento nello scenario internazionale per alcune caratteristiche che la contraddistinguono: la sintesi tra musica elettronica colta e accademica e la produzione sperimentale di artisti contemporanei, la scelta accurata dei musicisti tra i più significativi del momento, la proposta originale che presenta il concerto al pubblico come un itinerario di ascolto, un percorso esperienziale. La stagione è realizzata da San Fedele Musica in collaborazione con il progetto curatoriale Plunge nell’esclusivo contesto sonoro dell’Auditorium San Fedele, con un programma che approfondisce l’originaria tematica delle identità sonore elettroniche, cercando, nell’ampio panorama della musica elettronica attuale, quegli artisti che portano avanti una personalissima ricerca musicale e al contempo riservano una grande cura alla qualità sonora e timbrica delle loro opere.
In anteprima al concerto, sulla scia del fortunato ciclo di conferenze della scorsa edizione, si terrà alle 18:30 una nuova lezione a ingresso libero dedicata alla musica elettronica negli anni Ottanta (a cura di A. Alberti).
Serata al femminile con due grandi promesse della musica elettronica. La svedese Klara Lewis, classe 1993, figlia d’arte, inizialmente si cimenta nel disegno, si appassiona al cinema di David Lynch e sceglie infine la carriera di sound artist. Ha pubblicato tre cd su Editions Mego, la prestigiosa etichetta viennese di Peter Rehberg. La sua musica è incentrata su un’ingegnosa elaborazione di campionamenti provenienti da diversi ambiti: ambient, noise, wave, trip hop, techno e industrial.
Ben diversa è la collocazione stilistica di Ipek Görgün, originaria di Ankara, dottoranda in Sonic Arts all’Istanbul Technical University’s Center. Il suo ultimo cd Ecce Homo, edito da Touch, ha rivelato l’originalità della sua prospettiva sonora, che si muove tra musica concreta e ambient music dal tratto onirico. Con la sua ricerca musicale Ipek Gorgun vuole far luce sulla nostra ricerca di significato sia individuale che collettiva, sul fatto che ci sia qualcosa di significativo oltre la fisicità corporea. La sua musica, vicina all’astrazione, sembra riflettere la civiltà umana e la sua capacità di creare bellezza e distruzione, la sua tendenza a progredire e poi a declinare.
Klara Lewis è autrice di colonne sonore elettroniche dal tratto immaginifico, composte da una molteplicità di sguardi sull’indeterminazione, tra ambient e tessiture ritmiche, con un fondamento dal tocco narrativo e personale. Appassionata conoscitrice del trip-hop dei Portishead e di Tricky, dell’elettronica che va da Aphex Twin agli svedesi The Knife passando per la techno artica del norvegese Biosphere, Klara Lewis parte da campionamenti (registrazioni sul campo e found objects) successivamente elaborati a vari livelli e messi in relazione tra loro, all’insegna di un approccio eterodosso che attinge tanto dall’ambient quanto dal noise e dalla wave storica.
La sua opera nasce idealmente da due lavori del padre Edvard Graham Lewis (a Inner_Spaces nel 2018), All Over e All Under, pubblicati su eMego, che hanno richiesto ben sette anni di lavorazione al bassista della band post-punk Wire.
Nel secondo album solista Too (Editions Mego, 2016), l’artista prosegue lungo la linea tracciata dall’esordio, prediligendo questa volta un approccio più misurato ed essenziale con rare ma efficaci aperture sinfoniche, tracciando ideali percorsi che vanno dall’amore per il trip hop al suono sacrale del recente Tim Hecker. È del 2018 invece l’album Care, per Editions Mego, in collaborazione con il veterano inglese Simon Fisher Turner.
Ipek Gorgun appartiene a quella piccola schiera di compositrici elettroacustiche moderne la cui esplorazione non conosce limiti. Il suo vasto campionario sonoro, denso di partiture sfibrate, comprende registrazioni sul campo, contorsioni voltaiche, scariche elettriche, beat decompressi, tintinnii, cascate, micro-variazioni tonali. L’artista turca ha deciso di dare alle stampe quello che si configura come il suo primo vero manifesto elettroacustico, Ecce Homo, secondo album in carriera, ma de facto prima vera e propria opera con un’impostazione ben precisa. In questo lavoro Ipek Gorgun esplora i chiaroscuri della psiche umana, cercando di scorgere gli strati “emotivi” situati all’interno della carne e delle ossa, avvalendosi di uno spettro sonoro ampio e spesso sfuggente ai più, con una varietà impressionante di micro-particelle, trame esuberanti, paesaggi ambient e rumori assortiti, incisi in vivacissime strutture musicali. Una capacità creativa ben delineata, che la porta dritto nell’Olimpo delle nuove leve in ambito sperimentale e d’avanguardia.