KING BUZZO, This Machine Kills Artists
I nostri lettori conoscono bene il lavoro del chitarrista coi suoi Melvins. Gli autori di Gluey Porch Treatments, Bullhead, Lysol e Houdini hanno attraversato una delle fasi più costruttive dell’hard-metal statunitense (pur non essendolo mai tout court, sia ben chiaro), segnando indelebilmente molti di noi appassionati. Questo disco in modalità acustica è testimonianza di un passaggio quasi obbligato per l’estro di Osbourne (non è più un ragazzino, lo sapete). In effetti non è invecchiato affatto male, e qui dimostra di avere ancora qualche cartuccia da sparare, vedi la scrittura semplice e sempre melodica in “Drunken Baby” e “Vaulting Over A Microphone”. Di fatto si tratta di pezzi piuttosto simili a quelli della band madre (nella struttura e appunto nelle melodie), scarni, dai toni bluesy (vedi le note attorcigliate della veloce “Laid Back Walking” e la malinconica “How I Became Offensive”), pure un pelo sbarazzini. In fondo uno come Buzzo ha sempre ben presenti qualità come ironia e spiccata propensione al nonsense (molti testi dei Melvins lo dimostrano ampiamente), quindi questo This Machine Kills Artist (attenti alla citazione di Woody Guthrie) svolge bene il suo lavoro, anche se contiene forse troppe canzoni. Ci sentiamo di consigliarlo ai fan di stretta ed irriducibile osservanza.
Tracklist
01. Dark Brown Teeth
02. Rough Democracy
03. Laid Back Walking
04. Drunken Baby
05. Vaulting Over A Microphone
06. New River
07. The Vulgar Joke
08. Everything’s Easy For You
09. The Ripping Driving
10. How I Became Offensive
11. Instrument Of God
12. The Spoiled Brat
13. Illegal Mona
14. Good & Hostile
15. The Blithering Idiot
16. Useless King Of The Punks
17. ?