Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

KINETIX, Urban Nightscapes

In un mondo di incontri-scontri tra ritmi e persone, Gianluca Becuzzi è seduto all’ultimo piano di un grattacielo (potrebbe essere ovunque, Singapore come New York come Brasilia) e decide di installare nel suo nuovo disco a firma Kinetix quel suono dub (più ramificazioni) che sente arrivare lontano e fantasmatico dalla sua posizione privilegiata. Becuzzi, del resto, non ha mai nascosto il suo interesse per tutte le letture del dub fatte da chi agisce/agiva più o meno all’interno dei suoi generi di riferimento, tanto che ci ha scritto sopra un articolo davvero molto bello, un percorso che unisce PIL e post-punk alle ultime tendenze (Demdike Stare e Raime), passando per gli Scorn. Questa perciò mi sembra una delle possibili chiavi di lettura di Urban Nightscapes, cioè lo sguardo di qualcuno (anche) su musiche con le quali non ha mai avuto un contatto diretto (poi magari mi sbaglio e va ogni anno al Rototom…), diversamente da molti degli artisti che in passato le hanno assorbite. Semplificando moltissimo: qui non c’è e non ci può/vuole essere il meticciato – non solamente sonoro – dei Massive Attack. Questo si traduce nella mancanza di qualche ingrediente magico nei bassi e in qualche angolo da smussare, ma Urban Nightscapes rimane un’operazione abbastanza vincente. Da ascoltare e raffrontare col solista di Gaspare Sammartano, altro caso di italiano, anche lui di solito dedito a cose più ostiche (penso a Canti Magnetici), che si mette alla prova con questi suoni, andandosene però in giro per i quartieri di Taranto anziché starsene chissà dove in un immaginario bell’appartamento al centesimo piano. Potrebbe nascerne un bell’articoletto a sfondo sociologico.