Ketama, Masha Motive, Zuli, A-Tweed, Apparel Wax: i migliori ep elettronici del 2021, finora
Nonostante, come argomentavamo poche settimane fa, i club siano rimasti chiusi per oltre un anno, la musica elettronica ha continuato a produrre materiale valido e rilevante. Da sempre, inoltre, una buona parte dello sviluppo dei suoni e degli stili del genere passa attraverso i formati ridotti (singoli, 12 pollici, ep e mini-album); una consuetudine rispettata anche in questa prima metà del 2021, dato che non sono mancante uscite degne di menzione: lavori capaci, da una parte, di fotografare l’evoluzione di determinate sonorità e, dall’altra, di proporre soluzioni innovative.
Abbiamo quindi raccolto in questo riepilogo, inevitabilmente parziale, alcuni ep che ci hanno coinvolto e convinto particolarmente. Partiamo, ovviamente, con quello uscito prima (per poi proseguire secondo un rigoroso ordine cronologico).
Forse meno chiacchierato (ma oramai anche storicizzato) di altre correnti elettroniche, il cosiddetto balearic-sound ha sempre avuto, tra le sue caratteristiche, una predilezione per beat placidi e atmosfere languide, una vicinanza alla psichedelia più crepuscolare e una, non scontata e tanto meno artificiosa, tendenza verso virtuosismi jazz. Ne è conferma anche la breve seconda fatica discografica del misconosciuto duo Ketama: uscito per l’etichetta italiana Cosmic Rhythm ai primi di febbraio, Mentalmismo, presenta quattro brani che esplorano le coordinate più tipiche di un filone sonico nato nelle isole spagnole sull’Atlantico intorno al finire degli anni Ottanta. Nella titletrack, posta in apertura, si ritrovano tutte queste suggestioni citate, ma la successiva “Overture” suona già più frenetica e acida. “Suspiria (5AM Mix)” si concentra sui sentori più liquidi e ambient e la conclusiva “The Secret” somma rimandi orientali, bassi funk e gusto confidenziale. Nel complesso una produzione che nessuno definirebbe fondamentale o rivoluzionaria, ma che sa muoversi con autorevolezza e sapienza.
Cambiano invece completamente le latitudini di riferimento con l’esordio di Masha Motive, alias del tedesco Christoph Siegert (cofondatore della label che distribuisce, la spesso interessante Voitax): è, infatti, l’Inghilterra degli anni Novanta, tra Warp Records e rave illegali, quella esplorata in The Imponderable Bloom. In questo caso, però, non ci troviamo di fronte un’uscita esclusivamente filologica, bensì un lavoro capace di attualizzare e rivitalizzare tali visioni. Le cinque tracce spaziano così tra ritmiche sincopate, pad notturni e persino riferimenti all’hip-hop strumentale più tenebroso. Vertice di The Imponderable Bloom risultano le due parti dell’omonimo pezzo: una piccola odissea in cui convergono anche sentori post-apocalittici e scelte più avanguardiste.
Anche l’egiziano Zuli, in All Caps, punta il proprio obiettivo sulle stesse sonorità, rimarcando l’importanza, nel panorama contemporaneo, di un universo sonoro che, troppo velocemente, qualcuno credeva esaurito. Il debutto di Zuli era stato tra gli album più apprezzati del 2018 e anche questo nuovo ep si candida per un posto d’onore tra gli ascolti più eccitanti dell’anno in corso: aperto dalla jungle abbastanza canonica di “Tany”, All Caps prosegue declinando una interpretazione originale e a tratti distopica del verbo d’n’b. “Bassous” ha un incedere irresistibilmente autistico nel ripetersi scattosa, mentre “Where Do You Go” accentua le suggestioni cyber-punk prima di deviare verso una sorta di inedito grime mediorientale. Influenze local pervadono anche la conclusiva “Bro”, con invece “Pennicilin Duck” sviluppa un funk robotico industriale e Keen Deemag che si sposta su un versante più hd.
La quarta release che andiamo a trattare è il terzo ep (in meno di un anno quasi) di A-Tweed, il producer molisano trapiantato a Roma e dedito a una personalissima miscela global-bass che frulla house, spezie sud-americane, hardcore-continuum (tra d’n’b e strumentali grime) e suadente downtempo. PAOHE si apre con la cascata pluviale di beat ipnotici di “Dendrobeats Tinctorius” per poi lasciarsi andare prima all’assalto più notturno e diretto di “Phnom Penh Khave” e successivamente a contaminazioni sud-americane (“OTO0OTO aka Fake Robot Cumbia”) e jazzy (“Ropy Pahoehoe Flows”). Chiudono l’ep, che continua il divertente e meticcio giro del mondo di A-Tweed, i remix firmati da Fabrizio Mammarella e Pigmalião.
La retrospettiva del meglio dei primi sei mesi di questo 2021 si conclude con il nuovo mini-album del collettivo Apparel Wax: intitolato, al solito, con un numero progressivo e corredato dalle consuete e ormai tipiche grafiche in bianco e nero, 009 si pone ancora una volta all’incrocio tra stili e suoni, ma sempre con lo sguardo rivolto alla tradizione elettronica più black. La traccia d’apertura, infatti, costruisce uno splendido groove Chicago-style partendo da una linea di piano super sensuale. La traccia successiva, più breve, alza i ritmi in preparazione dei quasi sei minuti di “009A3” dove s’incontrano ritmi più sostenuti e le stesse avvolgenti atmosfere. La seconda facciata invece muove dai territori disco di “009B1” per giungere alle inflessioni tra jungle e acid-jazz della conclusiva “009B3”.
Dovessero davvero riaprire spazi per il ballo e una socialità gioiosamente sfrenata, con questa minima rassegna elettronica speriamo di aver suggerito potenziali colonne sonore per gusti certo differenti, ma sempre all’insegna della solidità e della qualità.