KAVE, Ominousium
Dopo Dismal Radiance (Eibon, 2012), l’olandese Bram Gollin alias Kave approda alle lande desolate della canadese Cyclic Law. Partiamo subito affermando che Ominousium è un disco ben costruito e strutturato in modo tale da inglobare due distinte versioni o scuole dark ambient: quella scandinava, gelida e mono-stratificata nel suo incedere, e quella più ferrosa e industrial proveniente dall’Est Europa. Nei suoi quaranta minuti Ominousium è lineare dall’inizio alla fine, tanto che pochi sono i momenti di rilassatezza che consentono una fuga mentale. In generale, infatti, Gollin procura “soltanto” interminabili visioni drone da post-apocalisse in uno scenario che terrorizza, disegnando paesaggi nebbiosi e riuscendo ad andare oltre l’orizzonte degli eventi, scivolando, infine, poco per volta, verso un oscuro abisso. Amplificano quelle sensazioni di asfissia e apatia nei confronti del mondo esterno field recordings presi da quella che sembra una casa in fiamme, ghiaccio incandescente e atmosfere spettrali, derivanti dallo scricchiolio di un portone di un cimitero e del vento che di questo percorre i viali alberati. Quando vuole, Kave sa suonare stridulo, funesto e funereo come il rumore provocato calpestando un’immensa distesa di ossari. Un’interessante riconferma.