KATAKOMB, Chained To A Wolf
Un autentico gioiello, quello regalatoci dagli svedesi Katakomb.
Chained To A Wolf costituisce l’opera prima della giovanissima formazione scandinava e viene presentato, come accade spesso nel circuito underground, sotto forma di demo tape in due piste, per una ventina di minuti circa di durata complessiva. I Katakomb impressionano in virtù di uno stile musicale implacabile, potente e perverso, ascrivibile al black metal nella sua accezione più ampia. La struttura ritmica del disco, martellante e stridente, non può lasciare neutrale l’ascoltatore. Le chitarre si muovono in modo vorticoso attraverso melodie stranianti e si sovrappongono fino a generare un groviglio inestricabile. Non siamo troppo lontani da un’interpretazione noise, soprattutto in considerazione della molteplicità di strumenti impiegati. Tuttavia esiste una linea di confine ben precisa tra il frastuono totalmente inascoltabile e il black metal complesso e dissonante proprio degli Katakomb. “Chained To A Wolf” apre le danze orrorifiche con le sue accelerazioni disarmoniche costanti e con velocità spasmodiche condotte sempre sull’orlo dell’abisso. L’irruenza iniziale lascia in seguito spazio a fasi più lente che consentono di creare un’atmosfera claustrofobica, mentre la cura maniacale riposta in ogni dettaglio pone in debito risalto le partiture armoniche. Sotto questo profilo appare evidente il richiamo, quanto a fonte ispirativa, al black metal occulto degli statunitensi Nightbringer di Hierophany Of The Open Grave e di Ego Dominus Tuus. In conclusione è l’esplosiva “Μάρνᾰμαι”(dal greco antico “Io combatto”) a prendere il sopravvento con i suoi quattordici minuti pregni di una forza devastante e assolutamente inarrestabile, con lo stile del gruppo che sembra virare in alcuni passaggi verso il tradizionale death metal di matrice svedese e con una ricca campionatura di effetti che vanno dal brusìo degli insetti ai lugubri canti rituali sulla scia degli svizzeri Schammasch di Triangle. Chained To A Wolf è una perla nera, una bomba gettata nell’oscurità plumbea di un black metal intricato e di non facile accessibilità. Non ci resta che attendere il seguito con estrema impazienza.