KARYN CRISIS’ GOSPEL OF THE WITCHES, Covenant
Quattro anni dopo Salem’s Wounds, il progetto Gospel Of The Witches, ovverosia Karyn Crisis e Davide Tiso, affiancati oggi dal batterista Fabian Vestod (Skinlab), torna a farsi sentire grazie a un disco che racconta il legame della cantante con il mondo della stregoneria e in particolare con le tradizioni magiche italiane. Il tema è già stato trattato da Karyn in due libri (“Italy’s Witches and Medicine Women Volume 1” e “Italian Magic: Secret Lives Of Women”, in uscita a breve) e continua attraverso la musica di un album che rimarca in modo ancora più evidente l’attrazione per il nostro Paese, più volte visitato alla ricerca di testimonianze e indizi sul tema. In particolare, sembra che la figura della janara e la città di Benevento vadano a formare un filo rosso lungo le dodici tracce di Covenant, così da donare un mood particolare al tutto e offrirne una chiave interpretativa. Dal punto di vista musicale, la coppia Crisis/Tiso appare ormai perfettamente oliata, il loro è un metal cangiante di difficile etichettatura ma dall’evidente predilezione per le atmosfere dilatate e ricche di pathos. I brani sono costruiti in modo da mettere in risalto la duttilità e la capacità di cambiare timbro della cantante, che appare in uno stato di forma ottimale oltre che particolarmente ispirata dai temi trattati. L’apporto di Vestod, infine, conferisce la giusta spinta ritmica alle composizioni.
Quello messo in scena da Covenant è un viaggio che riesce a catturare l’ascoltatore e lo trasporta in una dimensione onirica ricca di dettagli e impreziosita dal lavoro dei musicisti coinvolti, attenti sia alla scelta dei suoni che alla costruzione di crescendo dal forte impatto emotivo. Non è facile trovare punti di riferimento che non siano interni al percorso dei due, in particolare per chi ha da sempre seguito i rispettivi progetti e non può non individuare da dove arrivino certe trame di chitarra o quelle divagazioni dal chiaro piglio avantgarde. Tiso è, però, bravo nell’assecondare comunque la visione della cantante e una proposta legata in maniera indissolubile alla sua personalità, così da mantenere sempre un tratto unitario e non allontanarsi mai troppo dalla trama principale. Il risultato finale è un lavoro a fuoco e capace di convincere sulla validità dell’intuizione di Karyn che con i Gospel Of The Witches dimostra di avere buone carte da giocare e che ha saputo ancora una volta preferire una sua strada, per quanto impervia, a quella già tracciata da altri. Se questi sono i risultati, non possiamo che esserne contenti.