KALLEE & THE LUNAR TRIO, Nushtur

KALLEE & THE LUNAR TRIO, Nushtur

Delle persone dietro a questo progetto sappiamo poco o nulla: un’aura di mistero, forse funzionale alla loro produzione artistica, avvolge le loro gesta. Con la sigla Kallee & The Lunar Trio (Carolina Kaller e Mariusz Nantur Doering dovrebbero essere parte del progetto) compaiono già in una raccolta del 2011, edita sempre dai polacchi di Zoharum, in (buona) compagnia di gente come Rapoon ed Expo ’70: questo è il loro primo disco full length.

Nushtur, apprendo dopo qualche ricerca, è il nome dell’arnese utilizzato per incidere le capsule del papavero da oppio (raffigurate peraltro sull’elegante copertina verde): il riferimento agli oppiacei è ampiamente congruente con la materia contenuta in questo cd. L’album si compone di tre tracce giocate su sonorità ipnotiche e fluttuanti, pensate per accompagnare un viaggio tutto interiore. La prima, “Nox”, è la più breve e allo stesso tempo complessa del lotto, un intrico di suoni ondivaghi disposti in maniera apparentemente caotica; simile per sonorità è la terza, “Nox Lux”, notevolmente più scarna però, ipnotica e ridondante ai limiti dello sfinimento dei sensi. La traccia centrale, “Nox Lunaris”, è invece un esperimento di mimetismo sonoro, un ambient sottocutaneo, melassa di basse frequenze modulate in maniera aleatoria che, in alcuni punti, diventano sottofondo quasi indistinguibile se ascoltate attraverso le casse dello stereo (anche con i VU meter che implorano pietà). È questo un disco difficile da decodificare, duro da digerire nella sua estrema ripetitività, apprezzabile solo, forse, in chiave meditativa.