JUNG AN TAGEN, Das Fest Der Reichen
A Stefan Juster piace intorbidare le acque attraverso la creazione di identità molteplici: Stefan Kushima, Cruise Family, Alex Strelka, Bobby Lazar, Jung An Tagen… questi sono solo alcuni dei nomi dietro i quali si cela il musicista austriaco. La sua attività è legata a quella di un fantomatico Virtual Institute Vienna, collettivo multidisciplinare dedito alla produzione artistica audiovisiva.
In Das Fest Der Reichen Stefan snocciola loop di elettronica minimale che sembrano galleggiare a mezz’aria, tortuosi e illusori come scale escheriane, al di sopra di un sostrato scuro e poco rassicurante: l’impressione è che i diversi livelli viaggino alquanto separati, ognuno per proprio conto, senza troppi punti di contatto. Attraverso la ripetizione esasperante, in tracce come “Lässt Los, Jeder Immer” o come la title track, Juster sembra voler mettere alla prova i nostri neuroni come pure la nostra capacità di attenzione, mentre in pezzi più movimentati come “Die Hand Lässt Niemals Los”, qualcosa di vicino alla braindance più umorale, la narrazione musicale si fa estremamente frammentaria seppure più convincente. Come dicevo, l’attività di Juster è legata in parte alla produzione di immagini, oltre che di suoni, e forse un disco del genere non è del tutto autosufficiente senza un corredo di queste ultime a supportarlo, quindi trattasi di un’operazione alla fin fine mutila.
Dopo tre uscite su nastro (una su etichetta Orange Milk), Jung An Tagen è alla prima su vinile, appena pubblicato da Editions Mego; il mastering è a cura di Brian Pyle, che compare anche nella traccia otto in veste di Ensemble Economique e con cui Juster è attualmente impegnato in un tour che toccherà anche l’Italia.