JULINKO, Sweet Demon
Julinko oggi è il duo di Giulia Parin (chitarra, voce, testi) e Carlo Veneziano (percussioni, chitarra). Sweet Demon, la loro seconda prova, è un disco molto potente, di cui si percepisce l’urgenza, per usare una parola che ai recensori piace un botto: forse non è per caso che i primi due pezzi parlino di febbre, trance e abbandono. È molto difficile del resto rimanere freddi di fronte a un’interprete davvero intensa, non farsi colpire da una chitarra così tagliente o spegnere la parte più primitiva del cervello quando Carlo batte il tempo. Ci sono momenti più atmosferici, nei quali il suono della chitarra si fa drone e la voce è più diafana, dunque viene in mente Grouper, ma spesso Sweet Demon è molto viscerale, per cui più che Liz Harris riemerge la Gerrard più pazza dei primissimi Dead Can Dance. Non so però se sia giusto poi scivolare nei paragoni con le varie heavenly voices gotiche (che hanno strarotto i coglioni a tutti) solo perché le tinte dell’album sono scure, dato che qui abbiamo anche nervi scoperti e sangue. È innegabile che ci sia qualcosa di ancestrale/rituale ma, anziché cercare tra i soliti nomi “dark”, andrei piuttosto a riascoltare And He Told Us To Turn To The Sun e Anyway, Your Children Will Deny It dei Father Murphy, tenendo presente che Sweet Demon possiede una componente rumorosa quasi (quasi eh!) swansiana.
Per me una gran scoperta.