Jozef Van Wissem (in occasione del secondo appuntamento de Les Rencontres Sonores)
L’Associazione Les Rencontres Sonores si prepara con smisurato entusiasmo all’arrivo del secondo invitato della serie di concerti che si svolgono a Bienne, nelle diverse sale della città.
Jozef Van Wissem sarà infatti a Bienne il 9 maggio, per deliziarci con le sue composizioni minimaliste.
Jozef Van Wissem è un liutista olandese che vive a New York ed é noto anche per le sue regolari collaborazioni musicali con il regista e musicista Jim Jarmusch, che lo ha scelto per comporre le musiche del film “Only Lovers Left Alive”, colonna sonora che gli ha permesso di vincere un premio a Cannes nel 2013. Con Jarmusch, Van Wissem ha pubblicato diversi album.
La musica di Jozef Van Wissem è una musica genuina e profonda, che deriva da uno spirito essenzialmente sperimentale capace di utilizzare un antico strumento come il liuto in modo del tutto insolito e moderno. L’artista ha fatto una ricerca approfondita sul liuto e la sua storia antica ed è per questo che nella sua musica potremmo disorientarci rapidamente, perdendo i nostri riferimenti spaziotemporali. In effetti, quando si ascolta Van Wissem, ci si ritrova a fluttuare in atmosfere d’altri tempi ma in una chiave postmoderna, tanto da poter percepire questi due universi temporali e stilistici integrati, in un tutto così originale e sorprendente che potrebbe essere definito come una psichedelia barocca.
Siamo lieti di poter condividere questo momento con gli amanti del genere e con chi lo vuole scoprire, in uno spazio suggestivo e ben adattato a questa musica, come il Café Littéraire. E la sottoscritta Nadia Peter, fondatrice di Les Rencontres Sonores, non si é di certo fatta sfuggire l’occasione d’intervistarlo.
Jozef, ti ricordi la prima volta che hai scoperto che la musica esiste?
Jozef Van Wissem: Quando ero molto giovane, vedevo i miei genitori ballare sul rock&roll selvaggio che mio padre faceva passare sul suo giradischi. Ho visto mio padre che faceva “volare” mia madre oltre le sue spalle. All’incirca nello stesso periodo, mia nonna ascoltava i dischi di Johnny Cash. E poi, quando suonavo la chitarra acustica durante le vacanze, ho scoperto che attirava l’interesse delle ragazze…..
Perché volevi diventare un musicista? C’erano persone intorno a te che cercavano di scoraggiarti dal farlo?
I miei genitori mi hanno sostenuto e mi hanno mandato alla scuola di musica per studiare la chitarra classica e imparare la teoria musicale… Quando studiavo chitarra ho deciso di suonare per strada nel centro di Maastricht. La gente mi dava dei soldi. Ma mia nonna l’ha scoperto ed é andata a dirlo ai miei genitori, che non hanno apprezzato… Comunque nella mia famiglia mio zio era un musicista piuttosto famoso e possedeva uno studio. Quindi era abbastanza normale vivere la vita facendo il musicista.
Come sei arrivato al liuto? Quali sono le fonti della tua musica? Come le hai scoperte?
La mia insegnante di chitarra classica aveva un liuto in casa sua e, quando l’ho visto per la prima volta, ne sono rimasto catturato. Non voleva mostrarmi come suonare lo strumento, ma mi ha fatto suonare i pezzi con la chitarra classica, da un libro intitolato “music from Shakespeare’s time”. Più tardi, dopo aver venduto il mio coffee shop in Olanda, decisi di andare a studiare il liuto a New York. Le fonti della mia musica erano lp e cd di liuto solista e spartiti di liuto che ho trovato nelle biblioteche. All’epoca non c’era potevi trovare dei musicisti che suonavano il liuto su YouTube…
So che sei molto vicino alle arti visive. Cosa ti piace in particolare? C’è una relazione tra le arti visive e la tua musica?
Mi piace l’arte concettuale, l’arte con idee forti. Sento di poter imparare qualcosa dall’arte visiva e dalle sue teorie, che possono essere applicate alla composizione in musica. Inoltre mi piace interpretare i visuals con la musica.
Qual è il tuo rapporto con il cinema? Che impatto ha il cinema nella sua attività artistica? C’è qualche differenza nel modo in cui componi per il cinema rispetto a quando componi per un album?
Guardo molti film. Scrivo appositamente per i film, sì. È molto diverso dal fare un disco. Per un film devi collaborare con il regista. Il regista deve rispondere ai suoi produttori, che vogliono indietro il loro investimento. Non è una situazione ideale. Non è certamente la stessa situazione in cui compongo un album da solo, in maniera veramente indipendente.
Qual è l’atmosfera migliore per creare musica? Da dove provengono le idee? Come cambia il tuo modo di comporre in progetti solisti o quando collabori?
Non analizzo la scrittura, non so da dove provengono le idee. Le melodie mi arrivano a volte. Sono già lì.
Qual è il tuo rapporto con l’improvvisazione? Come lo combini con la tua composizione?
L’improvvisazione è per bambini. Preferisco essere in un dialogo contemporaneo con il passato. Ho improvvisato in duo qualche tempo fa, ma non credo di poterne più trarre insegnamento.
C’è qualche tuo lavoro con cui hai un forte attaccamento e perché?
Non ascolto il mio lavoro una volta che è stato fatto, a meno che qualcuno non me lo faccia ascoltare.
Pensi che l’arte e la musica aiutino le persone nella vita? In che modo?
Sì. L’arte può cambiare il mondo. La musica ha questo potere. Ha cambiato la mia vita, di sicuro.