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Joy De Vivre, qualcosa che sia suono e basta.

Joy De Vivre

Una piccola chiacchierata con Francesco della Joy De Vivre, interessantissima tape label napoletana devota ad alcune delle sfumature più crude e creative e di ricerca in ambito noise (harsh, power electronics, sperimentale…). Francesco, a sua volta, è rumorista/autore come Elisha Morningstar. Dall’8 al 14 aprile porterà in giro per l’Italia, insieme al suo progetto, alcuni esponenti del miglior noise moderno uscito dalla Svezia: Altar Of Flies, Sewer Election e Blodvite, in alcune date che si piazzano tra gli appuntamenti più importanti dei prossimi mesi.

Ciao Francesco, presentaci la Joy De Vivre… da quanto esiste? Che obiettivi ha?

Joy De Vivre è un’etichetta che pubblica audiocassette e ha l’obiettivo di documentare e “spingere” cose che mi piacciono. Ho una certa predilezione per prodotti acustici autoreferenziali, per così dire. Amo molto l’idea di un suono indescrivibile da chi l’ascolti. Riduzione del messaggio all’essenziale; nessuna mimesi, nessun espressionismo, qualcosa che sia suono e basta. Nella sua forma attuale l’etichetta esiste dalla fine del 2008.

Suppongo che il nome scelto omaggi i Crass. C’è un motivo affettivo/esistenziale in questo?

Sì, il nome si riferisce ai Crass, un gruppo che ho amato molto e per molte ragioni. L’avevo scelto tempo fa per una distribuzione/mailorder ed è rimasto; comunque oggidì “Gioia Di Vivere” lo definirei un motto ironico e basta.

E il tuo progetto Elisha Morningstar? Come è avvenuto il contatto con la Brave Mysteries di Nathaniel Ritter e Clay Ruby/Burial Hex?

Ho sempre suonato da solo ed E. M. è uno dei “nomi” dietro cui mi nascondo da qualche anno… Ero in contatto con Clay da un po’ (quello “noise” è un “giro” molto piccolo e ovunque caratterizzato da una forte orizzontalità dei rapporti), poi abbiamo suonato un paio di volte insieme e alla fine di uno di questi concerti mi ha chiesto se mi andava di pubblicare qualcosa per la sua (allora) nuova etichetta…

Da quanto suoni, sfanzini o altro? Qual è il retroterra che ti ha formato come attitudine? 

Ho cominciato quindici anni fa. Fino al 2007 ho “fatto cose” solo ed esclusivamente nel circuito punk/hardcore politicizzato(ide) e quindi inevitabilmente mi porto dietro un corredo di etica, pratiche e vizi abbastanza definito.

Pensi ci sarà un futuro per le tutte quelle etichette/realtà ancora interessate alla musica, alla creazione di qualcosa di proprio e allo scambio con creature simili (anziché a marketing, forum e roba simile)? 

Non so. Non mi interessa neanche molto. Tralasciando un discorso generale e rimanendo su quello di cui so per certo. ti direi che tape labels come la mia stampavano 100/200 esemplari per uscita in anni in cui la Discografia era “in forma” e i forum non c’erano e continuano a fare 100/200 copie oggi che la Discografia non esiste più e i forum ci sono… Una cattività serena e imperturbata, a me pare. Poi è ovvio che quello che deve succedere necessariamente succederà.

Com’è la situazione di etichette e live dalle tue parti? So ad esempio del Perditempo, dove organizzi anche tu. 

A Napoli negli ultimi anni c’è (stato) un certo fermento; e anche un ricambio generazionale che ha implementato la varietà delle proposte… Il top per me è il festival Altera, ogni anno sempre più ricco e interessante. Della musica che si fa qui rispetto e amo tantissimo A Spirale/Aspect, Sec_, Grizzly Imploded e Retina.it. L’unica cosa “rock” che mi appassiona(va) sono (erano) Andy Fag And The Real Men… Perditempo è un bar/libreria/negozio di dischi/posto per concerti molto particolare, aperto su una delle piazze più note del centro città; un luogo schiettamente borderline, di incontro e scontro tra modalità molto diverse di vita urbana moderna… Non il solito posto per concerti in cui la gente si annusa e si diverte sorseggiando i drink in tranquillità. Mi piace molto.

Quali i nuovi progetti della label?

Le uscite imminenti di Joy De Vivre sono uno split tape a 4 con Elisha M, Sewer Election, Altar Of Flies e Blodvite che uscirà in aprile, in concomitanza con le date italiane di noi tutti; poi una c20 di Wrong Hole (harsh noise di classe dalla California) e ancora (finalmente) il nastro The Great Trasformation dei Matar Dolores, un band in cui suono con l’amico Giuseppe Esposito.

Progetti futuri in generale?

Joy De Vivre continuerà a fare cassette finché non mi annoio o il mondo finisce. Questa primavera ci saranno alcune date italiane di Sewer Election, Altar Of Flies, Blodvite e me. Esiste il sito attraverso cui si possono avere delle informazioni sulle attività. Ti ringrazio molto per l’interesse e il supporto.

Joy De Vivre