JOHNNY MOX, Lord Only Knows How Many Times I Cursed These Walls
Spiazza questo breve lavoro in cassetta del musicista trentino. Nel precedente si operava sul corpo musicale contaminato e vestito di colorati ammennicoli (in We=Trouble dominavano infatti beatbox, loop-station, rap & blues venato di scorie noise), mentre ora c’è un pupazzo tutto bruciacchiato al sole del deserto che cerca pace. Impegnative cavalcate morriconiane con effetti di eco e svisate che neanche i Calexico più alticci (la traccia di apertura) fanno centro. E si continua con le sorprese: la breve “Moon Boots”, che è omaggio vigoroso al padre John Fahey e al suo discepolo Ben Chasny, con la differenza che qui i volumi sono più elevati. Una nuvola elettrica dai toni grigi, questa, con continui tremolo e senza l’ausilio di basi ritmiche, solo un piacevole affresco condito di voci infantili. Più o meno stessa ricetta per la sorda e conclusiva “Inner Jewellery”, che procede dritta per la sua via come stordita, costellata di corde pizzicate con foga e nervosismo. Discorso più o meno simile per “Death By Animated Gif”, giga veloce dove lontani umori mitteleuropei si confondono a plettrate nervose che non danno tregua al pezzo.
Cos’altro aggiungere, se non il fatto che Johnny Mox dimostra di saper allargare il proprio raggio d’azione senza perdere minimamente la bussola e, pur essendo questo disco niente di più che una parentesi (ci auguriamo che non sia la prima e l’ultima), fa piacere constatare che ci troviamo di fronte a un collaudato songwriter, oltre che ottimo performer, stando a quanto si dice in giro. Rimanete sintonizzati e cercatelo nei locali delle vostre città.
Tracklist
01. King Zoltar
02. Moon Boots
03. Death By Animated Gif
04. Inner Jewellery