Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

JESUS AIN’T IN POLAND, Freiheit Macht Frei

Freiheit Macht Frei

Freiheit Macht Frei dei modenesi Jesus Ain’t In Poland si presenta come il classico album tritaossa, figlio degenere dell’incontro/scontro tra estremismi differenti alla luce di un approccio grind che funge da collante e amalgama il tutto. Thrash, death, hardcore, crust vengono sezionati e utilizzati a mo’ di spezie all’interno di un magma sonoro che non conosce cedimenti o attimi di stanca, come una locomotiva a vapore lanciata a tutta forza e alimentata a cadaveri. La corsa a perdifiato lungo le quindici tracce ricorda il piacere catartico stile “Fight Club”, dà un po’ quel senso di liberazione che si prova nel tatuarsi o farsi un piercing, cioè dolore sublimato in atto disintossicante/purificatore. L’approccio è, del resto, quello di un film splatter, senza filtri o censure, pura festa di sangue in cui si scorge comunque la mano di un regista di talento, capace di scegliere l’inquadratura giusta e l’incastro ottimale tra un fiotto di sangue e un brandello di carne che impatta sulla cinepresa. Perché, se è giusto dire che i Jesus Ain’t In Poland non si impongono certo per soluzioni inaspettate o innovative (così come è innegabile una certa fedeltà di fondo ai dettami del genere prescelto), è altrettanto vero che dosano tutto con una maestria tale da donare alle tracce un tiro a dir poco devastante. Detta fuori dai denti, Freiheit Macht Frei riesce nella non facile impresa di convincere l’ascoltatore grazie a una versione personale della cara vecchia ricetta della nonna, rivista quanto basta per lasciare un piacevole retrogusto e la voglia di mangiarsi un’altra fetta di crostata di interiora, ovviamente umane. Al solito, la Grindpromotion dimostra buon fiuto e conoscenza della materia, quasi un sigillo di garanzia quando si tratta di andarci giù pesante.

Tracklist

01. Don’t Ask
02. Lurid Perverted Hypocrites
03. Pray for the Bugs
04. The Kingdom
05. Scarlet Tongues
06. My God Is My Will
07. Blessed Be
08. Shelter Grave
09. Pedophagia
10. Mother Abscess
11. Reptile Pigs
12. The Hole with God Around
13. Amber the Great
14. Degeneration Healers
15. Curse You