JASON LESCALLEET + LUCA SIGURTÀ, 4/12/2012
Torino, Blah Blah.
I ragazzi de La Dèlirante si occupano ancora una volta di diversificare la proposta del locale torinese. Provoca un certo effetto muoversi tra i numerosi studenti impegnati a festeggiare la loro serata al Blah Blah con le mise più improbabili, mentre solo nella stanza accanto stanno per far la loro comparsa due musicisti importanti come quelli di cui ci apprestiamo a parlare.
Il mondo è bello perché è vario, verrebbe da dire, come le proposte del sodalizio approntato per l’occasione. La prima, quella del biellese Luca Sigurtà, è un’esibizione controllata, senza apparenti uscite da quanto dimostrato in precedenza. Solo verso la fine del set egli si concede un paio di brevi passaggi noise tout court. Prima era stato tutto un gestire con le mani cassette, manopole e cavi come un chirurgo provetto, tra un lettore cd, echi di onde minacciose che si palesano all’improvviso, e aumenti della temperatura musicale, compreso un suo fugace singulto al microfono. Set ponderato e invero piuttosto spiazzante dobbiamo ammettere. C’è della indubbia classe nell’autore di alcuni ottimi lavori: l’ultimo (Bliss) è uscito per la attenta etichetta Fratto9 Under The Sky Records, e stasera ne abbiamo avuto conferma.
Dopo una lunga pausa è la volta del dottor Lescalleet. Lo definiamo così, anche perché davvero sembra di vedere un docente del Mit che si appresta a spiegarci con fare serioso le sue teorie sul rumore e su tutto quello che lo può generare. In estrema sintesi: mezz’ora di intense levitazioni sonore degne di provenire da una fornace ad alta precisione. Tra laptop, nastri e bicchieri che si prestano alla performance. Anche questa, per la cronaca, senza troppi sussulti ma costante nella sua efficacia espositiva, tra note potenti che si spalleggiano e base dei volumi che si alza con inesorabile precisione. Roba per stomaci forti, compreso l’inquieto e assordante sfarfallio finale, con le macchine che a fatica controllano tanto sonoro ben di Dio, e l’atmosfera si surriscalda in maniera a questo punto quasi inaspettata. Set senza compromessi quindi per Lescalleet, del quale ammiriamo la notevole copertina dell’ultimo album per Erstwhile Records, Songs About Nothing ─ omaggio a quella splendida dei furono Big Black di Steve Albini ─ sul tavolino dei dischi vicino al fonico.
Il rumore in tutte le sue innumerevoli espressioni, quindi. Certo viene comunque da pensare che questa rimanga musica per palati fini e per divoratori di edizioni limitate in cassetta e vinile. Va bene così.