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JAH WOBBLE, Jah Wobble’s Bedroom Album

Descrivere in breve la carriera di John Joseph Wardle, meglio conosciuto come Jah Wobble, non è facile, in quanto questa si dipana tra post-punk, dub, jazz, world music e spoken word.

Tutto ha inizio quando, con dei compagni di college, tali Johnny Rotten e Sid Vicious, si mette ad ascoltare il dub originale di Kingston (tra le altre cose, ricordo che Rotten fece da consulente a Richard Branson, capo della Virgin, perché quest’ultimo era in cerca di dischi da fare uscire per la sottoetichetta Front Line, dedicata alla musica reggae). Questi suoni avrebbero influenzato molti ragazzi e sarebbero entrati prepotentemente nella musica alternativa inglese, grazie ai Clash, alle Slits e ai Public Image Limited, giusto per dirne tre. Rimaniamo un momento focalizzati sull’ultimo nome di questa breve lista: nel 1978 Johnny Rotten chiude l’avventura con i Sex Pistols, finita in modo disastroso con i concerti americani, torna in UK da solo e decide di cambiare totalmente, formando i Public Image Limited insieme a Wobble, Keith Levene e Jim Walker, band nella quale tutti saranno liberi di dare sfogo alla propria creatività, plasmando qualcosa che prima non esisteva, cioè un ibrido tra post-punk, dub e sperimentazione, crudo e ai limiti della fruibilità, specie per il pubblico a loro contemporaneo, abituato per la maggior parte al rock anni Settanta di Queen, T-Rex, Pink Floyd… L’avventura di Jah Wobble con i PIL durerà lo spazio di due dischi in studio: soprattutto in Metal Box il suo apporto sarà fondamentale (non ha caso ne ha dato una sua nuova interpretazione nel 2021). Poi, a causa di uno spirito irrequieto e di un conflitto di personalità con Rotten, Wobble uscirà dal gruppo per essere seguito a ruota dagli altri poco dopo, lasciando Lydon libero di rimpolpare i ranghi con l’apporto di Martin Atkins e altri componenti che vedremo cambiare spesso.

Wobble, insomma, inizia la sua carriera solista nel 1980 con l’album The Legend Lives On… Jah Wobble In Betrayal. Questo dissotterrato da Spittle, invece, è il suo terzo e arriva dopo una collaborazione con Holger Czukay e Jaki Liebezeit dei Can. Registrato in casa, da qui il titolo “Jah Wobble’s Bedroom Album“, esce nel 1983 per l’etichetta di proprietà del musicista stesso (Lago Records) per non essere mai più ristampato (a parte una raccolta in cd nel 2001, dove sarà insieme a degli ep usciti all’inizio degli anni ’80). Contiene undici pezzi, che passano agevolmente da post-punk introspettivo con influenze mediorientali a ballad oscure sgangherate che sembrano adatte a un disco dei Current 93 (i quali iniziano a essere attivi proprio all’epoca di questo disco) e potrebbero essere figlie di un certo folk psichedelico UK anni ’60/’70. In mezzo a tutto questo, ecco strumentali con organo o sperimentazioni quasi drone. Il ritmo di tutti i pezzi, “City” escluso, è scandito da una drum machine o da percussioni, cosa che accentua ancor di più l’atmosfera oscura. L’album si chiude con “Heart Of The Jungle”, una registrazione di un rosario farcita di rumori chitarristici e altre improvvisazioni, pezzo che sarebbe stato adatto a un disco degli Psychic TV, per dire (anche gli italiani Rosemary’s Baby avevano fatto qualcosa di simile).

Un lavoro da riscoprire che porta con sé il fascino dei dischi alternativi prodotti in UK in quegli anni.

Tracklist

Side A

01. City (Jah Wobble)
02. Fading (Jah Wobble)
03. Long Long Way (Wobble/Animal)
04. Sense Of History (Wobble/Animal)
05. Hill In Korea (Jah Wobble)
06. Journey To Death (Jah Wobble)

Side B

01. Invaders Of The Heart (Jah Wobble)
02. Sunshine (Wobble/Animal)
03. Concentration Camp (Wobble/Animal)
04. Desert Song (Jah Wobble)
05. Heart Of The Jungle (Jah Wobble)