IRON LUNG, White Glove Test
Ci sono alcuni dischi che – nonostante siano veramente belli – spesso per motivi di distribuzione finiscono per essere conosciuti e apprezzati solo da un ristretto cerchio di appassionati. Questo è il caso del nuovo, grandioso lavoro degli Iron Lung.
Gli Iron Lung sono nati nella fredda Seattle e hanno dimostrato, assieme ai canadesi The Endless Blockade (ora Column Of Heaven e presto parte di uno split proprio con loro), come il powerviolence possa dire ancora molto, non solo riproporre i maestri del genere. Prendete la pesantezza e il rumorismo dei Man Is The Bastard (ovviamente anche della loro recente incarnazione come Bastard Noise), l’odio e la velocità di Crossed Out e No Comment, aggiungete un fiume di dissonanze e togliete il basso: il risultato finale saranno gli Iron Lung, un duo in grado di esprimere più negatività e cinismo di moltissime altre formazioni odierne. Attivi da più di dieci anni, vantano una discografia ricca di split e 7”, molti autoprodotti, altri usciti grazie all’aiuto di altre label, come la 625 Thrashcore, di proprietà di Max Ward degli Spazz, e la greca Fuck Yoga Records. Uscito sei anni dopo il suo predecessore Sexless//No Sex, Whit Glove Test è il loro terzo album, senza dubbio il più maturo fino a oggi. La produzione è eccellente: tutti gli strumenti suonano più grintosi e allo stesso tempo più oscuri di prima, il sound è abrasivo e industriale come non mai e il songwriting è più vario che in passato. Le canzoni sono molto più veloci della media dei loro pezzi, più incisive e violente. Le parti vocali ricordano in parte Andy (ex-MITB, No Comment e Low Threat Profile, che ha collaborato con loro al progetto Dead Language), mentre quelle di batteria sono piene di blastbeats e suonano più massicce che mai quando i ritmi rallentano di botto. Il disco dura meno di mezz’ora, ma lascia sempre più spiazzati, ascolto dopo ascolto. Si trova quasi solo in vinile, in tre edizioni diverse: una europea, uscita sotto Feast Of Tentacles/De Graanrepublik, una americana, prodotta dal gruppo stesso e dalla californiana Prank Records, e un’ulteriore versione statunitense, limitatissima, composta da due lp. Nel secondo lp di quest’edizione c’è un solo pezzo: venti minuti di industrial che riportano alla mente colossi come Throbbing Gristle e Nurse With Wound, senz’ombra di dubbio la cosa più alienante che abbiano mai registrato. I due dischi sono concepiti per essere suonati insieme su due impianti distinti, ma il risultato finale non è in realtà tanto diverso.
Per il momento White Glove Test è senza dubbio il disco dell’anno: in un 2013 che ha visto ottime uscite, come Devious Persecution And Wholesale Slaughter dei P.L.F. o lo split tra Water Torture e Suffering Mind, questa rimane probabilmente la migliore.
Gli Iron Lung, proprio perché mischiano così bene powerviolence e industrial, possono piacere anche a chi non segue l’hardcore, e speriamo che in futuro prossimo riescano a raggiungere una fetta di pubblico sempre più ampia, uscita dopo uscita.