INTERNAL BLEEDING, Imperium
Il più volte anticipato nuovo album degli Internal Bleeding vede oggi la luce grazie agli sforzi dell’intraprendente Unique Leader Records. L’attenzione dell’etichetta statunitense si è focalizzata in questo caso sul recupero di un brutal death metal tradizionale rafforzato da una componente tecnica di spessore e tuttavia mai ingombrante. Il gruppo, originario di Long Island e fondato nel lontano 1991, è infatti precursore insieme ai più famosi Suffocation del cosiddetto stile “slam”, sottogenere più estremo del death caratterizzato da una particolare tecnica di cantato (inhale) e incentrato su groove e breakdown dalle forti similitudini col metalcore.
Imperium, a dispetto del suono che si avvale di una produzione al passo coi tempi, affonda le proprie radici nell’importante storia underground degli Internal Bleeding, iniziata col successo del leggendario demo Invocation Of Evil (1992) e proseguita da quattro dischi segnati da alterne fortune, a causa di budget sempre più ridotti e di una distribuzione quantomeno deficitaria. Dopo un lungo periodo di stasi compositiva, culminato nel 2004 quando il gruppo sembrava essere sull’orlo dello scioglimento, ecco il ritorno tanto inatteso quanto a lungo caldeggiato dai cultori del genere. Dietro al microfono troviamo oggi l’ex cantante dei Pyrexia Keith De Vito, il cui stile vocale rabbioso – e che a tratti può ricordare quello di John Tardy degli Obituary – si rivela un nuovo indovinato apporto al sound della band. I tempi che prevalgono nell’album sono sostenuti, ma non si cade nella velocità parossistica: questa scelta favorisce un approccio ragionato dell’ascoltatore al death metal degli Internal Bleeding, che risulta molto coinvolgente nella sua proposizione priva di orpelli inutili, complice anche un suono pieno e non plastificato. Tutto il disco è fresco e mai banale, per quanto intimamente tradizionalista: la possibilità di distinguere con grande nitidezza i singoli strumenti , ma soprattutto la curiosità di indovinare la direzione dei singoli brani che infonde, sono i suoi punti di forza.
Tracce come “The Visitant”, “The Pageantry Of Savagery”e la conclusiva “Castigo Corpus Meus” sono schiacciasassi devastanti, mentre la mini-suite “Patterns Of Force”, suddivisa in tre parti, rappresenta l’aspetto più articolato di Imperium, con sequenze atmosferiche intervallate da iniezioni di brutalità dosate con accortezza e gustosi assolo funzionali alla struttura delle canzoni. Solidi e convincenti, forse troppo presto dati per dimenticati, gli Internal Bleeding rialzano la testa con fierezza e sono artefici di un grande ritorno.
Tracklist
01.Fabricating Bliss
02.The Visitant
03.The Pageantry Of Savagery
04.Patterns of Force:
Part I. The Discovery
Part II.Plague Agenda
Part III. Aftermath
05. Placate The Ancients
06. (In the) Absence Of Soul
07. Castigo Corpus Meum