INTER ARMA, Destroyer
La registrazione di Destroyer risale al 2012, anno in cui è stato pubblicato in vinile da Toxic Assets Records. A breve distanza la Gilead Media ha deciso di ristamparlo su cd un po’ prima dell’uscita di Sky Burial, secondo full length del gruppo e suo debutto su Relapse. L’album, tra l’altro, è composto anche dai brani presenti nell’ep in questione, seppur rimaneggiati e ri-registrati. Il materiale contenuto in questo disco, dunque, si sviluppa a partire da uno stile non ancora completamente definito, ma comunque sempre a fuoco e capace di scavalcare certi confini senza risultare forzato. In generale si prediligono ritmi incalzanti e groove tipicamente southern, ma non mancano quei momenti che sanno rendere il tutto un po’ più instabile e variegato: si passa quindi attraverso frangenti stoner metal, derive sludge e improvvisi stacchi black (“Wailing Moon”), per poi arrivare anche a toccare lidi post-metal (“Destroyer”), a dimostrazione di come la band abbia saputo indirizzare tutta una serie di coordinate sonore, dando forma a qualcosa di intenso e incredibilmente scorrevole. Questa identità eterogenea del gruppo dà vita a un suono levigato e annerito di grande eleganza, che rimane quindi ben distante dagli efflussi drogati di certe realtà musicali vicine (siamo pur sempre in Virginia). Di sporcizia qua ce n’è poca, insomma, ma gli Inter Arma sanno distinguersi per il songwriting genuino e riescono a descrivere un percorso coerente, lontani da precise affiliazioni di genere che potrebbero limitarne il potenziale.