INSECT ARK, The Vanishing
Dana Schechter è oggi impegnata su due fronti: con gli Swans e con gli Gnaw (dei quali è uscito da poco il nuovo ep Barking Orders). Nel corso degli anni, oltre a dedicarsi ai Bee And Flower (usciti anche su Neurot Recordings), ha collaborato con un numero infinito di musicisti e band: Årabrot, American Music Club, Locrian, Zeal & Ardor… Un elenco che chiunque considererebbe più che appagante e sufficiente a far felice qualcuno con un ego di prima grandezza, questo per non parlare della carriera professionale di Dana nella grafica e nell’animazione. Eppure questa polistrumentista ha sempre avuto un rapporto speciale con la sua creatura Insect Ark, perché in fondo è la sua casa, il luogo speciale che ha creato e di cui continua ad occuparsi in prima persona. Va aggiunto che dal 2015 si faceva accompagnare dalla batterista Ashley Spungin per donare maggiore profondità al suono, quindi non deve essere stato facile ritrovarsi sola dopo la realizzazione di un album del calibro di Marrow Hymns (sempre su Profound Lore) e dover rimettere in discussione un progetto in costante evoluzione sin dalla sua nascita nel 2011, un duro colpo che l’ha costretta a cercare una soluzione praticamente a ridosso del tour con gli Oranssi Pazuzu e delle registrazioni del nuovo disco. Il caso ha voluto che incrociasse la strada con un altro musicista rimasto senza band, cioè Andy Patterson dei Subrosa (altri per i quali abbiamo sempre avuto un debole) e che da questo incontro nascesse un nuovo slancio di entusiasmo. Il risultato lo possiamo ascoltare in The Vanishing, ispirato da un sogno durante il quale la Schechter si ritrovava a lasciare tutto per imbarcarsi in solitaria verso l’ignoto e appunto “scomparire”. In effetti, il disco appare denominato da un filo conduttore e sembra teso a indurre nell’ascoltatore la sensazione di astrarsi dal proprio corpo per fluttuare nell’aria, così da far prevalere il mood d’insieme sull’aspetto sperimentale che diventa più che mai strumento e non fine. In The Vanishing l’enorme tecnica e la ricca strumentazione si direbbero a disposizione di composizioni ricche di feeling e capaci di crescendo ricchi di pathos (“Danube”), che lo rendono il lavoro più completo e a fuoco firmato Insect Ark. Davvero una bella soddisfazione per i due, che sembrano aver conquistato in pochissimo tempo una coesione e una completa affinità di intenti, come sottolineato più volte anche dalla stessa Schechter. Il tutto suona come un flusso emotivo senza soluzione di continuità capace di cambi di umore e tensione all’insegna di un appeal ai confini della psichedelia e di un retrogusto “spaziale”, seppure declinati secondo quello che ormai è il tratto distintivo di un progetto sempre più identificabile nel suo lessico personale. Poco da aggiungere, se non che The Vanishing conferma in pieno il valore delle intuizioni di Dana. A questo punto – pandemie permettendo – spero di riuscire a vederli in azione dal vivo quanto prima.