Indovina chi? (edizione 2024)

Premessa: anche quest’anno, scorrendo il cartellone del Le Guess Who?, una certa ansia può insinuarsi persino nell’ascoltatore più motivato. Il ricordo di corse e rincorse da una sala all’altra del TivoliVredenburg, dalle Chiese Gotiche alle venue industriali e ai vari club sparsi in città, come anche della frenetica consultazione della app dedicata che il Festival mette a disposizione per conoscere in tempo reale cambiamenti negli orari delle performance, qualcosa che inevitabilmente ti mette al riparo dal prendere buca ma che finisce per indurre ancora più appetito, ecco: “tutto questo” rischia di  rendere  il “tutto” sufficientemente ansiogeno/bulimico a tal punto da renderti dubbioso sul da farsi, partire o meno? Poi, poi dall’altra parte… una voce tanto incalzante quanto incazzosa, ti riconduce in un attimo alla semplice verità, questa: la possibilità di ritrovarsi per quattro giorni al centro assoluto di un vortice fatto della “nostra” musica e soprattutto la certezza di scoprire nuovi artisti e nuovi mondi, a questa opportunità non si può, sempre che si possa e ti regga la pompa, rinunciare. Come dice Garau: ricordiamoci dei tempi del covid.

E allora iniziamo una parziale ricognizione dell’impressionante sequenza di concerti e performance dal vivo, che, partendo dal centro polifunzionale del TivoliVredenburg con le sue sei sale da concerto, si dirameranno in città nelle numerose venue, club, musei, teatri, warehouse e chiese, occupando artisticamente la bella e per fortuna non grande città olandese da giovedì 7 a domenica 10 novembre. Titolo di questa edizione “Embargo” e come consuetudine di LGW? le cinque sezioni principali sono state affidate a curatori d’eccezione che rispondono quest’anno ai nomi dell’artista multimediale americana di origine pakistana Arooj Aftab, della band giapponese Bo Ningen (che per parte sua reinterpreterà la colonna sonora di “The Holy Mountain”, capolavoro datato 1973 del visionario regista cileno Alejandro Jodorowsky), du Christelle Oyri aka Crystallmess, artista multidisciplinare originaria della Guadalupa, dei DARKSIDE di Nicolas Jaar/Dave Harrington/Tlacael Esparza, della giovane violoncellista guatemalteca Mabe Fratti con un particolare focus sulle nuove musiche centroamericane.

Altri in programma? Demdike Stare, Kevin Richard Martin & KMRU, Meshell Ndegeocello, Tropical Fuck Storm, Theo Parrish, ASA CHANG & Junray, Erika Angell, Ex-Easter Island Head, GNOD (Paddy Shine) + MC Sissi, Rafael Anton Irisarri insieme al nostro Guido Zen/Abul Mogard, Wu-Lu, Kim Gordon, Klara Lewis & Yuki Tsujii, James Brandon Lewis, Khalil El’Zabar, Nazar, Wadada Leo Smith, dalla scena egiziana Abyusif e Nadah El Shazly, Julmud da Ramallah, Scientist (ovviamente dalla Giamaica), il duo australiano Party Dozen, Ale Hop insieme al chitarrista congolese Titi Bakorta, il trio turco Haossaa, i pionieri del dub Creation Rebel con Adrian Sherwood alla regia del suono, da Oslo DNA? AND?, un collettivo di musicisti professionisti e giovani musicisti affetti da sindrome di Down, la Amsterdam Andalusian Orchestra che porteranno sulla scena l’Hadra, antico cerimoniale diffuso nelle regioni del nord in Marocco, il leggendario flautista, pianista e compositore americano Brian Jackson, compagno artistico per tanti anni di Gil Scott-Heron…

A impreziosire il programma l’ampia rassegna COSMOS: the main goal of COSMOS is to build bridges between people who have not yet had a chance to cross paths, share their stories and hear their sounds. Quest’anno saranno presentati musicisti dalle tradizioni musicali del Pakistan, Kenya, Marocco, Lituania.

La sezione U?  è  dedicata specificatamente alla scena artistica  indipendente olandese con eventi concerti e talk gratuiti diffusi in città di cui segnaliamo quelli che vedono protagonisti  il collettivo di Amsterdam Devon Rexi, l’artista di origini persiane Nushin Naini, la performer belga-angolana Martha Da’ro e due approfondimenti: il primo, curato da Bibi Bannink, è “Punk Connections: music, art & activism thru DIY ideology”; il secondo vedrà The Utrecht Squatting Info Hour e il gruppo di artisti De Stadsjutters celebrare le possibilità di creare liberi spazi di creatività, accoglienza e resistenza radicale nel paese.

Infine una delle performance più complesse ed interessanti è certo “Chromesthesia”, curata dalla storica anglo-egiziana Hannah Elsisi  per un set lungo ben 13 ore: evento fatto di colori, suoni, visuals, voci e danza che vedrà coinvolti Tarik Barri, 3Phaz, Lamin Fofana, Nidia, Yaya Bey, Maurice Luca Quartet, DJ Babatr, Betsayda Machado, solo per nominarne alcuni, ma tutti diretti dal coreografo congolese Natisa Exocé Kasongo. La performance ha intenzione di indagare a 360 gradi la musica del 21esimo secolo e le reciproche influenze fra continenti e culture distanti, conseguenza della globalizzazione: da Rio de Janeiro al Cairo, da Miami a Kampala, “Chromesthesia” traccerà la diaspora dei ritmi africani giungendo infine alla musica elettronica contemporanea, l’Electro-Shabi, l’Afro Pop, l’Hip-Hop, il Reggaeton, la Raptor House; in sintesi  il battito globale dei nostri tempi che include al suo interno oltre un millennio di Storia, il cui cuore è sempre quello: l’Africa. Appuntamento dunque ad Utrecht , The New Noise ci sarà. Tutto il programma qui.


Nota a margine: sul magazine ci sono già i racconti dell’edizione 2023 e 2019.