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ILSA, Intoxications

Intoxications

È arrivata l’ora di una nuova uscita anche per gli americani Ilsa.  Dopo un buon debutto, Tutti I Colori Del Buio, ed uno split 12” con gli eroi del doom/death finlandese Hooded Menace, entrambi usciti nel 2011, il quintetto del Maryland torna a farsi sentire con un secondo full length, questo Intoxications, su A389 Recordings. La proposta musicale non sembra molto cambiata: il loro sound è una via di mezzo tra sludge decadente e cupo alla Grief, Fistula e Corrupted e tutti quei gruppi lenti che hanno preso più dagli Autopsy che da altri artisti (uno fra tutti, i Coffins). Tutto ciò emerge lampante dalla title-track: otto minuti di fango e agonia, che a tratti rimandano anche a gruppi ben più datati, come i newyorchesi Winter, o anche ai momenti più alienanti dei Khanate (non a caso, questo disco è stato masterizzato da James Plotkin). Non mancano però episodi più “accesi” come “Deadbeat’s Ballad”, di Eyehategod-iana memoria, caratterizzata da un mid-tempo non nuovo per il genere, ma assai efficace, o anche “Martyrs”, che in più parti ricorda i Darkthrone che amiamo. Una nube di oscurità fuoriesce da tutto il lavoro, che non raggiungi i livelli di nero dei grandi maestri del genere, ma che di certo fa sempre buona figura. Molto interessanti i suoni delle chitarre (ovviamente ribassate, come vuole la tradizione), veramente abrasivi ma incisivi al punto giusto. La voce è uno screaming non molto acuto, che lascia trasparire le parole che compongono il testo e ha tratti quasi “moderni”, come succede in altre band del genere, nelle quali tutto il resto del gruppo è dedito a sonorità più vecchia scuola e il cantato invece andrebbe benissimo per il postcore (un esempio sono i Seven Sisters Of Sleep). La produzione del disco è in linea con altre uscite americane di questo ambito: tutti gli strumenti hanno un suono ruvido, graffiante ma ben espresso, assolutamente non leccato né ripassato al pc. Questa scelta è assai apprezzabile per quanto riguarda la batteria: in un periodo in cui il trigger, nei dischi metal, sembra quasi la legge, qua i suoni sono completamente naturali, il che rende alla perfezione nell’insieme della proposta musicale degli Ilsa.

Intoxications è un disco che difficilmente potrà colpire chi non mastica questo genere: non ha canzoni che emergono granché dal mucchio, che possono conquistare nuovi curiosi, ma in compenso se volete la lentezza, l’oscurità e la mancanza d’igiene  personale (e non ne potete più di cloni totalmente privi di personalità), allora puntate sugli Ilsa e non ve ne pentirete.

Tracklist

01. Intro
02. Foreign Lander
03. Intoxicantations
04. Deadbeat’s Ballad
05. Man-Made Monsters
06. Say You Love Satan
07. The Scream
08. Fluid Bound
09. Martyrs
10. Skin And Bones