Il video di “Farey Sequence” dall’imminente Musica Razionale di Sebastiano De Gennaro
Una delle più belle interviste pubblicate su The New Noise è quella a Enrico Gabrielli con tema 19’ 40’’. Da quell’intervista si può capire tutto su quest’etichetta e sul contesto in cui si muovono i suoi artisti.
Sebastiano De Gennaro, compositore e percussionista classe 1979, è confondatore di 19’ 40’’. Musica Razionale è il suo nuovo album ed esce il 17 aprile 2022, sempre per 19’40”: il comunicato stampa lo descrive come un incontro tra suono e matematica, sei pezzi che sarebbero la “sonificazione” di altrettanti fenomeni matematici.
Noi vi facciamo guardare in anteprima il video di “Farey Sequence” (il video è di Andrew Quinn). Sempre secondo il comunicato stampa, la sequenza di Farey è una scoperta ottocentesca contesa tra il geologo inglese John Farey e il geometra francese Charles Haros. A prescindere dai conflitti di attribuzione, questo fenomeno matematico è stupendo, ricorda il paradosso di Achille e la Tartaruga e gli aggettivi “illusorio” e “simmetrico” sono perfetti per descriverlo. La Farey Sequence è una sequenza di frazioni potenzialmente infinita che si trova tra 0 e 1, queste frazioni – legate da singolari proprietà – sono ordinate in maniera precisa nello spazio che separa 0 e 1/2. Tra 1/2 e 1 la sequenza di frazioni prosegue disponendosi esattamente a specchio rispetto all’ordinamento delle frazioni tra 0 e 1/2. Dunque lo spazio apparentemente finito che separa 0 e 1 è solo un’illusione: in esso è nascosta una “cattedrale” dalle fondamenta infinite, una grande struttura composta di frazioni, che grazie alla sua perfetta simmetria ricorda un’architettura fantasmagoria. Delle molte rappresentazioni grafiche di questa sequenza Farey, questo brano si concentra su quella a denominatore 12 (F12) e la interpretata come una partitura musicale leggendo da sinistra a destra, quindi da 0 a 1, dopo aver assegnando a ogni frazione uno specifico evento sonoro.
I meno scienziati tra di voi si potranno consolare riconoscendo la citazione herrmanniana nel pezzo.